Corriere della Sera

Mourinho: «Spero che qualcuno racconti cosa ci hanno detto negli spogliatoi»

- Massimilia­no Nerozzi @MaxNerozzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TORINO Come da tradizione, e narrazione, Juve-Roma è l’anticipo del processo del lunedì. Stavolta il caso arriva sul finale di primo tempo, quando Daniele Orsato fischia (frettolosa­mente?) un calcio di rigore per l’uscita di Szczesny su Mkhitaryan, scontro da cruciverba: ignorando il vantaggio e, quindi, il gol della Roma, in rete qualche decimo di secondo dopo. Ma chissà se avendo già visto (in diretta) il tocco di mano dello stesso Mkhitaryan, che avrebbe comunque portato all’annullamen­to della rete. E al rigore. Nel dubbio, finita la sfida Mourinho silenzia la polemica: «Il quarto uomo mi ha detto che sul rigore non c’è vantaggio, ma non voglio commentare l’episodio, non ho tutti i dati per farlo. Spero solo che qualcuno della Juve racconti quel che ci hanno detto negli spogliatoi». I compliment­i. Morale: «La squadra che meritava più di vincere, ha perso».

Tanto era bastato comunque per incendiare i bar sport dei social e attivare le moviole. Difficile, sul momento, pensare che il fischio fosse arrivato per la bandierina alzata dal guardaline­e, per fuorigioco (comunque inesistent­e): il pallone era stato spedito in avanti dalla scivolata di Danilo e non da un tocco romanista. Nel frattempo, erano già all’opera i cacciatori di fotogrammi e gli esegeti di labiale, come quello tra lo stesso arbitro e il romanista Cristante, sommariame­nte verbalizza­to sui social: «Adesso non date la colpa a me perché lo avete sbagliato». Da prendere con le molle.

Mourinho, va da sé, era già saltato per aria, pur senza evocare il tintinnare di manette dei bei tempi, avventando­si dialettica­mente sul quarto uomo, per avere spiegazion­i. Le proteste del portoghese richiamano la colonna sonora della curva nemica, che aveva cominciato a insultarlo già a un’ora dall’inizio, mentre lui se ne sta in mezzo al campo a guardarsi il riscaldame­nto. Idem dopo neppure dieci minuti di gioco, quando i cori

avevano preso di mira la mamma del tecnico: «Ma se mi incrociano per strada, mi chiedono l’autografo».

Meno male che, poco prima della partita, c’era stato l’abbraccio con Allegri, e qualche parolina all’orecchio. Fatto sta che Mou s’era trovato subito sotto 1-0, per un flipper aereo tra Bentancur e Kean, mentre il rigore era finito tra il bisticcio (per tirarlo) Veretout-Abraham e la parata di Szczesny, sommerso dagli abbracci di tutti i bianconeri: dopo qualche sera deludente, da Udine e Napoli, gli è capitata una notte da vincente. Quella di Mourinho, invece, finiva in protesta, furibondo per i tre minuti di recupero della ripresa: in effetti, pochini.

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