Corriere della Sera

«Contro Ivanovic e il mio ex Moya per la Hall of Fame Temevo una bufala invece la merito»

Pennetta: «Al tennis ho dato anima e corpo»

- di Gaia Piccardi

All’eterna ragazza di Brindisi è sempre piaciuto mettere il naso davanti alle altre. Prima tennista italiana della storia a entrare nelle top 10 della classifica mondiale (agosto 2009), prima n.1 del ranking in doppio (febbraio 2011), unica ad aver conquistat­o un titolo Slam sia in singolare (Us Open 2015) che in coppia (Australian Open 2011 insieme all’argentina Dulko). E pazienza se Francesca Schiavone si era annessa un Major cinque anni prima (Roland Garros 2010): l’onore di vedersi candidata per un posto nella Hall of Fame del tennis di Newport, prima italiana e terza in assoluto dopo le icone Nicola Pietrangel­i e Gianni Clerici, è toccato a Flavia Pennetta in Fabio Fognini, tra un mese mamma per la terza volta (il sesso della creatura verrà presto svelato sui social ma di certo avrà un nome che comincia con la F, come da tradizione di famiglia).

Flavia, comincia la campagna elettorale per farsi votare dai tifosi (vote.tennisfame.com) e dal comitato della Hall of Fame presieduto da Stan Smith.

«E qui iniziano i guai: mio padre Oronzo dice che sono una pessima politica, e ha ragione. Io sto mandando messaggi agli amici, userò Instagram, vedo tanti appassiona­ti di tennis italiani entusiasti, mi colpisce l’attenzione mediatica data alla notizia. Va bene, tutto fa brodo per mantenere alta la visibilità rispetto agli altri candidati».

Passiamo in rassegna i rivali. Cara Black e Lisa Raymond non sembrano pericolose. Molto di più lo è Ana Ivanovic, sposata con l’ex calciatore tedesco Schweinste­iger, attivissim­a sui social.

«Insieme a Serena Williams, la mia bestia nera, peraltro. Non riuscivo a capire dove tirasse, mi mandava ai matti. Cinque confronti, tra singolare e doppio, e cinque sconfitte da Wimbledon 2005 a Miami 2014. Che rabbia...».

E poi i due uomini da battere: gli spagnoli Carlos Moya, suo ex oggi coach di Rafa Nadal, e Juan Carlos Ferrero.

«Scontrarmi con Moya è buffo, mi fa ridere: sarà un osso duro perché con Rafa è rimasto nel circuito e gode di grande visibilità. Ferrero mi impensieri­sce di meno».

Perché, secondo lei, la sua candidatur­a è arrivata prima di quella di Francesca Schiavone,

che la precedette?

«Probabilme­nte per una questione di situazioni: al comitato della Hall of Fame non è sfuggito che sono stata la prima italiana nella top 10 e, forse, ha voluto premiare anche la costanza in doppio. Naturalmen­te tutto ciò diventerà oggetto degli sfottò tra me e la Franci!». Qualcuno le aveva messo una pulce nell’orecchio?

«Macché. È stata una sorpresa totale. Ricevo una mail da Stan Smith: ciao Flavia, mi dai il tuo numero di telefono? Penso a una bufala, ma dopo

Il 12 settembre 2015 a New York, battendo Roberta Vinci 7-6 6-2, Flavia Pennetta, oggi 39 anni, diventa la regina dell’Open Usa, 2a italiana a conquistar­e uno Slam dopo la Schiavone al

Roland Garros 2010. Trionfa e annuncia il ritiro un controllo scopro che è tutto vero!».

Perché i membri della Hall of Fame dovrebbero votarla (short list entro fine anno, ammissione nel 2022)?

«Ho dato anima e corpo al tennis, mi sono divertita rispettand­o sempre le avversarie, ho avuto una carriera bellissima, terminata con una vittoria Slam a 33 anni. Penso di aver regalato qualcosa, in termini di risultati ed emozioni, al mio sport».

Le piace il suo sport, oggi? Per la quinta stagione consecutiv­a i quattro Slam hanno avuto quattro regine diverse.

«A me non piace. Quello che sta succedendo, questa fortissima discontinu­ità, a mio parere non è un bene per il tennis. Ai miei tempi non sarebbe mai potuto succedere che una ragazzina partita dalle qualificaz­ioni, come Emma Raducanu a New York, vincesse uno Slam. Le atlete al top facevano troppa differenza. C’è qualcosa che non va. Manca il carisma, così il tennis femminile è più difficile da vendere».

Il declino dello strapotere di Serena Williams ha aperto la porta a chi è più in forma.

«Le giovanissi­me, Raducanu e Fernandez, è tutto da dimostrare che si confermino. Una regina Slam non può sparire nel nulla. Io non sono mai stata tra le superstar però sono durata ad alto livello quindici anni, e Francesca Schiavone idem».

Naomi Osaka saprà uscire dalla sua crisi personale?

«Naomi ha già dimostrato consistenz­a: di Slam ne ha vinti quattro. Ha peso. Che non riesca a essere continua è un altro problema: i social e l’attenzione mediatica possono distrugger­ti. Oggi il bombardame­nto è continuo: gestirlo non è affatto facile. Non farei cambio con la Osaka».

Kim Clijsters, 38 anni e tre figli, è tornata a giocare. In questo tennis così fluido non ci sarebbe spazio anche per Flavia Pennetta?

«Noooo. Capisco la voglia di riprovarci, perché l’adrenalina del match non la ritrovi più da nessuna parte. Io non avrei più la forza mentale per stare in campo. Sta per arrivare il terzo figlio, che è l’ultimo. Mi ha fatto sorridere il tweet di Andy Roddick: nella Hall of Fame deve entrare la Pennetta perché resiste al fianco di suo marito Fabio Fognini, un risultato straordina­rio!».

Terza maternità

Il terzo figlio arriverà a fine novembre, mi manca l’adrenalina del match ma non avrei mai la forza mentale di tornare in campo come la Clijsters

Manca una regina

Ai miei tempi non sarebbe mai potuto succedere che una ragazzina partisse dalle qualificaz­ioni per vincere lo Slam. Qualcosa non va

 ?? ?? Nicola Pietrangel­i, 88 anni, due titoli Slam, è stato introdotto nella Hall of Fame nel 1986 (Ap)
Nicola Pietrangel­i, 88 anni, due titoli Slam, è stato introdotto nella Hall of Fame nel 1986 (Ap)
 ?? ?? Gianni Clerici, 91 anni, scrittore e storica firma di «Repubblica», ammesso a Newport nel 2006
Gianni Clerici, 91 anni, scrittore e storica firma di «Repubblica», ammesso a Newport nel 2006
 ?? ?? Trionfo e ritiro
Trionfo e ritiro

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