Ecco la Born: design e prestazioni a «emissioni zero»
BARCELLONA Prima full electric del marchio spagnolo Cupra (gruppo Volkswagen), la Born è imparentata con la Vw ID.3. La linea è più da monovolume che da berlina compatta: il ritorno di questa carrozzeria risponde alla necessità di un corpo vettura che assicuri l’abitabilità degna della classe dell’auto (l’abitacolo qui è ampio e comodo) e al tempo stesso integri un pacco batterie ingombrante e pesante (circa mezza tonnellata).
L’accumulatore agli ioni di litio della Born è proposto in tre configurazioni (47, 58 e 77 kW/h, con autonomie che vanno da 340 a oltre 500 km) ed è sistemato al centro della vettura, un po’ più in basso dei mozzi delle ruote, per assicurare la migliore distribuzione dei pesi. Il motore è posteriore, come la trazione. Tre i livelli di potenza: 150 cv, 204 e 231. Disponibilità da novembre (con un numero di esemplari limitato), nella configurazione da 58 kW/h e 204 cavalli. Al lancio, il prezzo sarà di 37.250 euro, contro i 38.900 del listino. In alternativa la Casa propone la formula della rata mensile di 295 euro per 35 mesi, anticipo dell’ordine di 10mila euro e rata finale che può essere legata al «valore garantito». Dal prossimo gennaio la produzione dovrebbe andare a regime (crisi dei microchip permettendo) e a quel punto arriveranno anche le 45 e 77 kW/h.
Forte spinta tecnologica e sostenibilità: l’anima della Born è nell’intreccio di questi connotati. Ecco quindi, da un lato, l’evoluto apparato per ricevere e dare informazioni (sfrutta la tecnologia del Gruppo Volkswagen, con schermo touch e comandi a sfioramento) e, dall’altro, l’uso di materiali riciclati nell’arredo. Al marcato profilo tecno dell’auto contribuisce l’ampio il ventaglio di optional, che comprende un gioiello come l’head-up display a realtà aumentata (mille euro). Ma già la dotazione standard di sistemi elettronici di controllo e sicurezza è copiosa. Sfruttando l’elettronica si può personalizzare l’assetto, che è ribassato rispetto alle altre auto del gruppo realizzate sulla piattaforma MEB.
Guidare un’elettrica non è diverso da guidare un’auto convenzionale con il cambio automatico: si accelera e si frena, non si deve fare altro. Gli ADAS provvedono a correggere gli errori. La peculiarità è nella gestione intelligente della carica. Ma con la Born è difficile resistere alla voglia di schiacciare, per l’impostazione sportiva della vettura: l’assetto piatto invoglia ad affrontare le curve con brillantezza. Le quasi due tonnellate di massa si sentono, ma la gestione non è mai critica. Va da sé che la guida arrembante incide parecchio sull’autonomia. Basta saperlo.