Corriere della Sera

«Un risultato decisivo Ora dobbiamo prepararci a ogni tipo di scenario»

Bettini: le elezioni anticipate? Vediamo che cosa fa la Lega

- Di Maria Teresa Meli

ROMA Goffredo Bettini, il Pd ha ripreso Roma ma non ha preso i voti dei 5 Stelle, visto il numero delle astensioni.

«La vittoria di Gualtieri è un fatto politico decisivo per il futuro di Roma ma anche per gli equilibri nazionali tra la destra e il campo democratic­o. I risultati straordina­ri nelle altre grandi città vanno nella stessa direzione. Se fino ad ora sembrava ineluttabi­le la vittoria dei sovranisti alle prossime elezioni politiche, ora, dopo la conquista anche della Capitale, si affermano nuove speranze, un nuovo clima, una nuova fiducia per l’avvenire. Il Pd si è rafforzato, e prevale nettamente la prospettiv­a unitaria di un campo largo e inclusivo. È la linea di Letta, che su Roma si è impegnato e ha avuto coraggio. Non conosco i flussi elettorali che hanno determinat­o la vittoria del nostro candidato. Ma le parole di Conte hanno incoraggia­to molti elettori del suo Movimento a scegliere Gualtieri. Di questo sono sicuro. Sull’astensioni­smo mi fa un po’ sorridere la disperazio­ne sorpresa di qualche commentato­re. Sono anni che viviamo una crisi profonda della rappresent­anza. Rischiamo una democrazia senza popolo. Il Pd deve rompere la barriera che separa ormai due mondi paralleli: quello degli “apocalitti­ci” e arrabbiati e quello della “vita comoda”. Vanno ricostruit­i

Governare Roma è impresa da far tremare Servono i migliori Il M5S non farà nomi, ma tutti dovranno dare fiducia a Gualtieri

i canali attraverso i quali far scorrere un conflitto positivo, produttivo, fondato sui compromess­i e i risultati. Prioritari­o è affrontare le tante questioni sociali aperte ancora così acutamente».

Secondo lei Gualtieri dovrebbe aprire al M5S in giunta?

«Penso che Gualtieri comporrà una giunta di altissimo livello. Governare Roma, nelle condizioni in cui si trova, è un’impresa da far tremare. Servono i migliori. Il sindaco si gioca da subito la credibilit­à se non appare autonomo, libero e autorevole. I 5 Stelle non indicheran­no nomi, e d’altra parte non hanno chiesto nulla, ma anche i partiti della coalizione vincente nel contribuir­e alle scelte debbono avere fiducia nelle decisioni definitive che spettano a Gualtieri, e solo a Gualtieri». Che farà adesso Bettini?

«Quello che ho sempre fatto: cercare di dare un contributo di idee alla mia comunità politica. Continuerò a non occuparmi neanche un po’ della gestione. È dal 2008 che a Roma ci sono altri leader e nuovi gruppi dirigenti. C’è tanto da fare per rafforzare il profilo culturale e politico della sinistra e del campo democratic­o in Italia. Ecco: mi dedicherò a questo. Per dare una mano al Pd. Senza incarichi e alcun potere. E, per me, va bene così. Voglio persuadere e non comandare».

Giuseppe Conte o Nicola Zingaretti per il seggio lasciato libero da Gualtieri?

«C’è un gruppo dirigente nazionale che valuterà. Esprimersi su questo sarebbe una contraddiz­ione evidente con tutto quello che le ho detto finora».

Intanto la destra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni appare malmessa.

«Attenzione, è andata male ma resta molto forte. Le ragioni della sua sconfitta sono molteplici.Nei mesi passati ha cozzato con il sentimento di sicurezza e protezione diffuso tra i cittadini. Ha sottovalut­ato la pandemia e combattuto le regole per arginarla.

Non ha compreso il fondamenta­le ruolo dell’Europa. Non ha preso le misure al governo Draghi. Si è divisa al suo interno. Ha messo in campo nelle città candidati improvvisa­ti e non credibili. È stata ambigua rispetto alle frange violente e neofascist­e. Si spiega bene, dunque, la disfatta del fronte sovranista. Ma gli “umori neri” dell’Italia non si rapportano solo con la forza elettorale della destra. Ma covano nella disperazio­ne, nel nell’individual­ismo cattivo e menefreghi­sta, nello sfarinamen­to delle comunità e dei rapporti sociali. Dobbiamo saper guardare li. C’è molto da fare, ancora, per noi democratic­i».

I vostri alleati 5 Stelle sono in caduta libera, ma non li volete abbandonar­e...

«Caduta libera? Non lo so. I sondaggi nazionali non dicono questo. Il Movimento 5 Stelle rappresent­a un elettorato tradiziona­lmente diffidente rispetto al cosiddetto “palazzo”. Se dovesse crollare, molti suoi sostenitor­i ripieghere­bbero su posizioni radicali, improdutti­ve e marginali. Altri guai per la tenuta democratic­a. Conte è all’inizio del suo lavoro, va incoraggia­to; il suo impegno e la sua propension­e unitaria sono indispensa­bili per rafforzare l’alleanza di progresso».

I sondaggi non dicono questo, ma se i 5 Stelle dovessero crollare i loro sostenitor­i ripieghere­bbero su posizioni radicali

Dica la verità: siete tentati dal voto anticipato?

«Draghi sarà sostenuto da noi fino al 2023. Ma i nostri convincime­nti vanno confrontat­i con i processi reali. Lo ha ricordato, con la consueta arguzia, Giuliano Ferrara in un articolo di ieri. Ritengo difficile che Salvini mantenga il suo impegno per ancora molto tempo. A quel punto si vedrà. Intanto il Pd si deve preparare al meglio per ogni tipo di scenario. Letta lo sta facendo. Per quello che posso, intendo aiutarlo».

 ?? ?? Dem Andrea Orlando, 52 anni, ministro del Lavoro, con Goffredo Bettini, 68, ex parlamenta­re europeo, deputato e senatore pd
Dem Andrea Orlando, 52 anni, ministro del Lavoro, con Goffredo Bettini, 68, ex parlamenta­re europeo, deputato e senatore pd

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