Romeo: tranelli contro di noi, dobbiamo essere più astuti La sconfitta più dura? Milano
MILANO «Cos’è successo? Che un sacco di gente non è andata a votare. E che noi siamo stati oggetto di una campagna di delegittimazione clamorosa». Massimiliano Romeo è il capogruppo dei senatori leghisti e l’umore non sembra dei migliori.
I non votanti non saranno stati tutti di centrodestra.
«Non dico questo, ma lo abbiamo visto nel concreto: in quelli che erano nostri bacini forti, per esempio alcuni municipi di Roma, l’affluenza è stata molto bassa».
La sconfitta, però, in parecchie realtà è stata netta. Tutta colpa dell’astensione?
«Ma guardi che noi non ci stiamo a farne un dramma. Sulle grandi città ognuno si è tenuto quelle che già amministrava. E in molte realtà più piccole, non siamo andati male. Il dato va esaminato in modo approfondito e del resto per la Lega le grandi città sono sempre state un problema».
Al netto della partecipazione al voto, che cosa ha pesato sul risultato del centrodestra?
«Credo la scelta tardiva dei candidati. Soprattutto dopo la pandemia, la gente si aspetta concretezza».
Matteo Salvini ha puntato molto sui candidati civici, non politici. Con il senno di poi, è stato un errore?
«Io non credo. L’idea era quella di candidati che potessero attrarre elettorato diverso. Il problema è stato il tempo: se hai un candidato civico, non immediatamente riconoscibile, hai bisogno di più tempo per farlo conoscere».
L’aver preso spesso le distanze
dal governo non può aver influito sulla fiducia degli elettori?
«Macché. Le montature dei media, semmai. Noi non abbiamo avuto alcuna ambiguità sulla lotta al Covid. Semplicemente, Salvini ha visto in anticipo quello che sarebbe accaduto».
Le rivolte anti green pass? «Certo. Noi abbiamo semplicemente detto di applicare un po’ di buon senso. Dato che abbiamo bisogno di tutto tranne che di tensioni sociali, abbiamo detto quel che era giusto dire. Che dalla stampa è stato trasformato in delegittimazione».
Romeo, non esagera un po’? La Lega ha perso le elezioni per colpa dei giornali?
«Non lo so, ma il tema è sempre stato quello: gli ambigui sul Covid, il centrodestra cattivo contro il centrodestra buono, i leghisti cattivi contro i leghisti buoni, quelli di piazza contro quelli di governo…».
Tutte balle?
"Per la Lega le grandi città sono sempre state un problema In realtà più piccole non siamo andati male
«Ma certo. Se c’è una lezione da imparare, è diventare un pochino più astuti e non cadere in certi tranelli. Del resto, lo vedremo da domani. Noi continueremo a fare le nostre proposte al governo e cercheremo di comunicare meglio quelle che verranno accolte». La sconfitta più dolorosa? «Sapevamo che Sala era un avversario difficile, ma certamente la proporzione della sconfitta ci ha fatto male».
Salvini non sarà messo in discussione dentro la Lega?
«Macché. Salvini è un leader politico incontrastato, e non lo dico per dovere. È l’uomo che sposta».
Una considerazione finale? «Se doveva arrivarci un segnale, meglio che sia arrivato adesso. L’obiettivo sono le Politiche».