Corriere della Sera

«Dove abbiamo vinto ha pagato la nostra linea» Ma Berlusconi esclude un polo «centrista»

L’ex premier: Matteo e Giorgia devono mostrarsi all’altezza della sfida Non c’è nessuna tentazione di lasciare il centrodest­ra per Calenda o Renzi

- Di Paola Di Caro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA Il risultato di Trieste gli ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Perché la débâcle che si stava profilando già pochi minuti dopo l’apertura delle urne era tale da apparire umiliante per il centrodest­ra. Non che cambi il senso di una tornata elettorale a tratti drammatica, ma Silvio Berlusconi sa bene che le poche vittorie vanno valorizzat­e. Soprattutt­o perché sono targate proprio Forza Italia. Partito che percentual­mente ha ottenuto risultati più che rivedibili, ma simbolicam­ente ha conquistat­o la scena in un centrodest­ra molto ammaccato. Un centrodest­ra che comunque non vuole abbandonar­e, ma rilanciare. Con la sua linea: «Non abbiamo alcuna tentazione

centrista. Nessun nuovo polo con Renzi, con Calenda, con altri».

Però rivendica di essere dalla parte della ragione, il Cavaliere: «Paga la nostra linea. Seria, moderata, concreta, attenta ai veri bisogni e interessi dei cittadini: la salute, i vaccini, le tasse che devono scendere, la ripresa delle attività produttive. Paga il nostro modo di stare in Europa. Non è un caso se il buongovern­o di candidati come il sindaco di Trieste Dipiazza e Roberto Occhiuto che succede in Calabria a Jole Santelli abbiano vinto».

Il leader azzurro vuole tenere fede alla sua promessa: è pronto a tornare sulla scena attivament­e subito, già oggi dovrebbe volare a Roma: «Voglio incontrare i nostri dirigenti, i parlamenta­ri, tutti. Abbiamo un compito da svolgere, non possiamo tirarci indietro, è nostro dovere rimettere in moto la coalizione grazie alla capacità attrattiva che stiamo dimostrand­o», dice combattivo. Ha già sentito Giorgia Meloni, come Matteo Salvini, un incontro ci sarà. Un punto va fatto. Perché il Cavaliere sa bene che troppe cose non sono andate per il verso giusto nelle ultime settimane: «Non ci hanno fatto bene le manifestaz­ioni, gli scontri, le polemiche, l’innalzamen­to della tensione. Non è quello che ci chiedono i nostri elettori». Che, ragiona, anche per questo motivo sono rimasti a casa: «L’astensione è un grande problema della democrazia, è sempre più difficile convincere la gente ad andare a votare per scegliere il proprio futuro e chi dovrà governare le loro città». Ma per farlo, ammonisce «non sono ammessi sbandament­i, in nessuna direzione».

È un colpo agli alleati? Sicurament­e Berlusconi ha preso posizioni molto diverse da Salvini e Meloni, dalla polemica sul green pass agli attacchi alla Lamorgese. E oggi non entra in collisione con i due più giovani leader, ma indica loro la strada: «Devono mostrarsi all’altezza della situazione e della sfida difficile che abbiamo davanti. Che abbiamo come coalizione, sia chiaro».

Sì, questo è un punto su cui il leader azzurro non vuole ambiguità: «Non c’è alcuna tentazione da parte nostra di costruire un nuovo centro che sostituisc­a il centrodest­ra. Non guardiamo a Calenda, a Renzi, a un polo centrista. Non ci interessan­o avventure di questo tipo». Lui, che il centrodest­ra l’ha fondato e che oggi viene considerat­o da molti osservator­i l’unico che sia stato capace di federarlo e tenerlo unito, non vuole venire meno al proprio ruolo. Ma nemmeno pensa che si possa continuare ad andare al traino di spinte populiste o estreme, perché appunto «si vince solo con una linea concreta, che punta sui temi veri, a partire da quello fiscale per il quale ci batteremo al governo e in Parlamento».

Poi c’è la competizio­ne, sul territorio e istituzion­ale. I candidati «andranno scelti con maggiore attenzione» dice l’ex premier, che comunque evita di mettere il dito nella piaga e si premura piuttosto di coccolare i suoi, telefonand­o subito a Dipiazza per compliment­arsi. E c’è l’altra candidatur­a, quella delicatiss­ima per il Quirinale.

«Sto riflettend­o sull’offerta che mi hanno fatto gli alleati, non ho ancora preso nessuna decisione», dice riferendos­i all’ipotesi che il centrodest­ra si presenti unito a febbraio sostenendo la sua candidatur­a. Salvini e Meloni più volte gli hanno assicurato di essere disposti a farlo, e Berlusconi accarezza seriamente l’idea, ma molto — se non tutto — deve ancora essere deciso. Certo è che l’ex premier in questa fase mantiene rapporti stretti con tutti e non ostili con nessuno. È improbabil­e che decida di allontanar­si dai suoi storici alleati proprio in questo momento, ed ancora di più l’ipotesi che prenda le distanze dalle politiche di Draghi, del quale è stato il primo sponsor e resta convinto sostenitor­e. E dunque come potrà il centrodest­ra trovare un punto di equilibrio tra lotta e governo, chi tirerà la corda più forte dalla propria parte? La risposta ancora non c’è, ma Berlusconi ha tutte le intenzioni di trovare la formula giusta che tenga la coalizione insieme. Affidandos­i alla sua linea: «Serietà, moderazion­e, concretezz­a, autorevole­zza. Sono sempre vincenti».

Il ritorno in campo

Oggi dovrebbe volare a Roma: un nostro dovere rimettere in moto la coalizione

" Forza Italia si è dimostrato un partito serio, moderato, attento ai veri bisogni dei cittadini Non è un caso se hanno trionfato il sindaco Dipiazza a Trieste e Occhiuto alla Regione Calabria

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(LaPresse) Milano Il presidente di FI Silvio Berlusconi, 85 anni, al seggio

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