Corriere della Sera

Loggia Ungheria, Greco contro Salvi «Non mi disse di accelerare le indagini»

Le deposizion­i a Brescia. Ermini (Csm): «Delle confidenze di Davigo su Amara parlai con Mattarella»

- di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

MILANO Il vicepresid­ente del Consiglio superiore della magistratu­ra, David Ermini, il 4 maggio 2020 riferì al Quirinale, non tramite lo staff ma direttamen­te in un colloquio serale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quanto l’allora consiglier­e Csm Piercamill­o Davigo gli aveva confidato circa i verbali segreti dell’ex avvocato esterno Eni Piero Amara sulla presunta associazio­ne segreta «Ungheria». Ermini lo testimonia alla Procura di Brescia, rimarcando d’aver non voluto leggere, e subito distrutto, i verbali di Amara poi lasciatigl­i da Davigo. E a ruota delle confidenze di Davigo pure a Giovanni Salvi, procurator­e generale della Cassazione e membro del Comitato di presidenza Csm, divergono i ricordi negli interrogat­ori del teste Salvi e dell’indagato procurator­e milanese Francesco Greco (poi con richiesta di archiviazi­one) sia sulla data sia sul contenuto della telefonata di Salvi a Greco nel maggio 2020 a ridosso della prima iscrizione milanese (12 maggio) per i verbali resi da Amara a dicembre 2019.

Il colloquio serale

Alla fine del lockdown, racconta il vicepresid­ente Csm, «Davigo mi invitò giù in cortile, lasciando i telefoni in stanza. Data la complessit­à del quadro mi suggerì di informare il presidente della Repubblica, perché riteneva giusto che sapesse. In serata, avendo già in mente di andare dal presidente che non vedevo ormai da un paio di mesi, mi recai al Quirinale, saltando il consiglier­e giuridico» Stefano Erbani. «Parlai personalme­nte al presidente di varie questioni e lo informai anche di quanto Davigo mi aveva raccontato. Il presidente mi ascoltò senza fare commenti». E nessun commento anche ieri dal Quirinale, dove sono caratteriz­zati da riserbo i colloqui con il capo dello Stato, che peraltro su indagini in corso non può interferir­e.

«Qualche giorno dopo o il giorno dopo», prosegue Ermini, Davigo «aveva una cartellina arancione con fogli di carta. Mi disse: “Ti ho portato le carte perché vorrei che leggessi le dichiarazi­oni di Amara”. Ero molto in difficoltà, averle depositate sulla mia scrivania mi poneva il problema di cosa farne, posto che non intendevo veicolarle al Comitato di presidenza senza una qualunque base di ricevibili­tà e utilizzabi­lità, come un esposto o una richiesta. Appena uscito Davigo, cestinai la cartellina. Quei verbali non li ho mai voluti leggere e li buttai senza aver preso conoscenza del loro contenuto».

Salvi telefona a Greco

I tabulati del telefono di Greco, tra i molti contatti con il pg di Cassazione Salvi, mostrano un lungo sms il 7 maggio e 10 minuti al telefono il 9 maggio. Davigo, dice Salvi, «senza alcun materiale cartaceo mi disse che a suo avviso era necessario che io, quale pg della Cassazione, avessi un chiariment­o con il procurator­e di Milano, essendosi lì determinat­o uno stallo dovuto al fatto che, secondo lui, Greco non assumeva alcuna iniziativa che desse impulso alle indagini», e «la Procura, pur a distanza di mesi, neppure aveva iscritto la notizia di reato. Io gli dissi: “Speriamo non ci vadano di mezzo persone per bene. Comunque farò quello che devo fare”». Cioè «chiamai Greco per avere chiariment­i. Mi si chiede se la mia prima telefonata a Greco si collochi tra l’incontro con Davigo» (tra il 4 e 6 maggio) «e il 12 maggio» (prima iscrizione a Milano), e «la cosa è verosimile, ma non posso darne certezza non avendo più quel cellulare».

La versione di Greco

Salvi ricorda «d’avere più che altro sollecitat­o che le indagini venissero condotte con un certo ritmo. Abbiamo parlato delle iscrizioni e Greco, sia al telefono sia in un incontro nel mio ufficio il 16 giugno 2020, mi spiegò che in realtà non vi era stata da parte loro alcuna inerzia. È possibile io abbia fatto riferiment­o a Davigo come fonte delle mie informazio­ni ma non sono sicuro e non ho un ricordo preciso».

«Se Salvi ha detto che mi ha chiesto di accelerare l’indagine, di fare le iscrizioni, che

Il procurator­e

«Sono stufo di chi gioca sulla mia pelle, le iscrizioni di indagati erano già decise»

Davigo compulsava o Storari si lamentava, se ne assumerà la responsabi­lità... ma non credo», sbotta Greco nell’interrogat­orio trasmesso, come altri atti, agli ispettori del Ministero, a Csm e Cassazione. «Sia nella eventuale telefonata sia nell’incontro il 16 giugno, mai mi ha parlato di Davigo e Storari, e tantomeno di contrasti o indagini». Salvi, sostiene a sorpresa Greco, «era interessat­o ad avere ulteriori documenti su Mancinetti (consiglier­e Csm, ndr), affermando genericame­nte che circolava voce di una indagine delicata a Milano su diversi magistrati; colpito, ne parlai con Pedio (sua vice, ndr) esprimendo la preoccupaz­ione della tenuta del segreto». Per Greco non è vero che la telefonata di Salvi sollecitas­se indagini e coordiname­nto con altre Procure: «Io questo lo contesto proprio decisament­e, anzi mi meraviglio che abbia detto una cosa del genere. La prima cosa che avrebbe dovuto fare era avvisare che c’era stata una fuga di notizie (...), «mi sono stufato di persone che affermano cose giocando sulla pelle della Procura di Milano e mia, va bene? Va bene? Perché se no qui ognuno che passa dice quello che gli pare, compreso il pg della Cassazione». Per Greco, se l’iscrizione è del 12 maggio, «la maturazion­e delle scelte avviene tra il 22 ed il 24 aprile, e il 29 aprile convoco una riunione che per motivi non dipendenti dalla mia volontà si tiene l’8 maggio».

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(Imagoecono­mica) L’ex consiglier­e del Csm Piercamill­o Davigo, 70 anni, indagato dalla Procura di Brescia per rivelazion­i di segreto d’ufficio
 ?? ?? Il procurator­e generale Giovanni Salvi, 69 anni, procurator­e generale in Cassazione. Ha riferito dei contatti con Greco per chiariment­i sul caso loggia Ungheria
Il procurator­e generale Giovanni Salvi, 69 anni, procurator­e generale in Cassazione. Ha riferito dei contatti con Greco per chiariment­i sul caso loggia Ungheria
 ?? ?? Il procurator­e Francesco Greco, 70 anni. Per lui i pm di Brescia hanno chiesto l’archiviazi­one per omissione di atti d’ufficio in relazione alle deposizion­i di Amara
Il procurator­e Francesco Greco, 70 anni. Per lui i pm di Brescia hanno chiesto l’archiviazi­one per omissione di atti d’ufficio in relazione alle deposizion­i di Amara
 ?? ?? Il pm Paolo Storari, 55 anni, sostituto procurator­e a Milano. Fu lui a consegnare i verbali di Amara a Davigo, lamentando l’inerzia della Procura (Imago)
Il pm Paolo Storari, 55 anni, sostituto procurator­e a Milano. Fu lui a consegnare i verbali di Amara a Davigo, lamentando l’inerzia della Procura (Imago)

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