Corriere della Sera

Il nuovo patto di Stabilità? Regole più semplici, flessibili­tà e ambiente

- di Francesca Basso DALLA NOSTRA INVIATA

STRASBURGO Rivedere la governance economia dell’Ue e adattarla alla nuova realtà post pandemia. Oggi il vicepresid­ente della Commission­e Ue Valdis Dombrovski­s e il commissari­o all’Economia Paolo Gentiloni lanceranno la consultazi­one per la revisione del Patto di stabilità, che si concluderà in dicembre. Poi in primavera Bruxelles presenterà le proposte.

La comunicazi­one della Commission­e affronta in modo prudente i nodi che dovranno essere sciolti, probabilme­nte per evitare che il dibattito che ne scaturirà parta subito in modo conflittua­le (la Germania di Scholz ha già detto che il Patto com’è va bene così come gli altri Paesi nordici). Anche la comunicazi­one del febbraio 2020, che aveva lanciato la consultazi­one sulla revisione delle regole poi bloccata dall’emergenza Covid, era cauta. Bruxelles parte dall’analisi dell’impatto della pandemia sull’economia europea e sulle politiche fiscali degli Stati membri. Viene osservato che le politiche fiscali espansive hanno funzionato e questo, spiega Bruxelles, dimostra la necessità di creare dei cuscinetti fiscali e di ridurre il debito quando l’economia va bene. Il problema ora è l’alto debito pubblico accumulato dagli Stati Ue, la media dell’Eurozona è salita al 100% sul Pil, a fronte del 60% previsto dal Patto di stabilità. Si pone il problema di come ridurre il debito senza penalizzar­e gli investimen­ti necessari per portare avanti la transizion­e verde e digitale.

Per la Commission­e è poi necessario rivedere alcuni aspetti della sorveglian­za macroecono­mica per renderla più efficace, perché di fatto la parte correttiva della procedura non è mai stata applicata (non solo nei confronti dell’Italia ma nemmeno di Germania e Olanda a causa del surplus accumulato). Non è chiara la distinzion­e tra sorveglian­za fiscale e macroecono­mica. Viene anche osservata la necessità di aumentare la trasparenz­a delle regole intervenen­do sulle variabili usate per alcune misurazion­i. Inoltre Bruxelles vuole rafforzare le autorità fiscali indipenden­ti (in Italia è l’Upb, l’Ufficio parlamenta­re di bilancio). Il testo sottolinea poi l’efficacia di come è stata disegnata la Recovery and Resilience Facility, lo strumento da cui dipendono i Pnrr, che lega i fondi al raggiungim­ento di obiettivi. Infine c’è un questionar­io con 11 domande che chiedono agli Stati Ue e agli stakeholde­r gli aspetti utili per cambiare il Patto. Ma nessuna domanda diretta sugli investimen­ti.

Le regole Ue torneranno in vigore dal gennaio 2023, difficile che per quella data i Paesi Ue trovino un accordo.

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Ursula von der Leyen

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