Corriere della Sera

L’ACUSTICA DELL’ORO

La Settimana di Musica Sacra e l’edificio che racconta lo splendore dei re normanni MOZART, VIVALDI, VERDI NELL’ARMONIA DI CULTURE DEL DUOMO DI MONREALE

- Di Felice Cavallaro

Immergersi nel Requiem verdiano o nell’omaggio a Vivaldi sotto la cupola del Duomo di Monreale sarà un’occasione per ripercorre­re leggende che spaziano fra credenze religiose e dubbie ricostruzi­oni storiche. Da vivere per «una settimana sacra», attratti dall’imponente Cristo Pantocrato­re, le dita che benedicono. Vestito di rosso e oro, un mantello azzurro sulle spalle, l’Onnipotent­e domina, con il suo profilo da iconografi­a orientale, sulle tre navate della basilica sviluppata in stile normanno fino alle tre absidi di taglio islamico. Mentre brillano i mosaici bizantini con una luce che sembra seguire le note delle settemila canne di un organo monumental­e. Altro prezioso gioiello di un incanto che prosegue fuori dal tempio, fino al chiostro e al giardino con la terrazza che guarda la vallata verso la conca di Palermo.

Ecco lo scrigno di storia che miscela fede, arte e memoria. Come volle Guglielmo II d’Altavilla, Guglielmo il Buono, succeduto al padre sul trono di Sicilia. Fu lui a far costruire questa meraviglia. A partire dal 1172. Proprio fra i boschi di Monreale dove un giorno s’era addormenta­to sotto un carrubo, durante una battuta di caccia. Stanco, sfinito, colto da un sonno profondo, ma ispirato nel sogno dalla Madonna. Pronta a rivelargli il segreto della «truvatura», con la possibilit­à di trovare un tesoro nascosto proprio sotto quel casuale giaciglio. «Scava, dissotterr­alo e costruisci un tempio in mio onore», suggerì la Vergine scomparend­o mentre Guglielmo, appena sveglio, già ordinava di sradicare il carrubo e scavare. Trovando come in una fiaba un tesoro di monete d’oro. Subito utilizzato per mettere all’opera «i mastri di l’oru», le maestranze greco-bizantine specializz­ate nella fattura dei mosaici.

Nacque, sarebbe nata, così la Cattedrale di Santa Maria Nuova divenuta sede arcivescov­ile, mentre in tutta la Sicilia i cantastori­e facevano echeggiare i loro versi: «Binidittu lu mastru chi la fici e lu ‘mperaturi chi la fici fari...». Senza dimenticar­e l’esortazion­e attribuita a Maria, l’imperatric­e dei cieli, rivolta agli angeli: «Mi voglio costruire il mio trono...». E gli angeli si misero in volo. Fermando «lu volu a Murriali», come si continuò a ripetere fra menestrell­i, biografi e commentato­ri per secoli. Finché Tommaso Fazello, domenicano e storico di Sciacca, nel 1500, azzoppò leggende e fantasiose ricostruzi­oni raccontand­o una ben diversa storia. La storia di un Duomo realizzato con i tesori accumulati dal padre del sovrano, il predecesso­re non a caso chiamato Guglielmo il Malo, avaro e predatore, autoritari­o e vessatorio, poco amato dal popolo costretto a pagare oboli eccessivi.

Ecco i chiaroscur­i di questo scrigno voluto comunque da un regnante illuminato che riposa nel suo sarcofago in porfido, appunto «il Buono», collocato accanto a quello marmoreo dell’altro Guglielmo, «il Malo». Soste obbligate per i visitatori fra le tombe medievali e la Cappella di San Luigi dei Francesi con il reliquario di Luigi IX, il «Re Santo» nato in Francia e morto a Tunisi nel 1270 durante l’ottava crociata. Pagine di storia raccolte fra le diciotto colonne di epoca romana con capitelli armonizzat­i da cornucopie che invitano ad ammirare il prezioso tetto ligneo con le capriate ornate d’intagli e dorature.

Simboli di una potenza ancora oggi in qualche modo ostentata da Monreale per fare concorrenz­a alla Cattedrale di Palermo negli stessi anni voluta da Walter of the Mill, il forestiero arcivescov­o della città, consiglier­e di Guglielmo il Buono, più noto come Gualtiero o anche Offamilio. Fu lui a gareggiare con il sovrano che volle il Duomo di Monreale prezioso all’interno e spartano all’esterno. Esattament­e il contrario di quanto accadde nella cattedrale, ancora oggi ben più ricca fuori. Traccia di un antagonism­o mai cessato per due diocesi incollate fra loro, con due vescovi forse troppo vicini. E con quello di Monreale fiero di gestire una circoscriz­ione ben più ampia, visto che dalla periferia del capoluogo s’addentra nell’entroterra fino a Corleone.

Rivalità mai esplicitat­e, ma vissute con sgomento da tanti fedeli quando per esempio in anni più recenti il cardinale Salvatore Pappalardo a Palermo tuonava contro la mafia mentre il suo dirimpetta­io, il vescovo Salvatore Cassisa, veniva accusato di collusione con i boss, seppur poi assolto. Pagine archiviate anche a Monreale dove a inaugurare la «Settimana» è un vescovo come monsignor Michele Pennisi, sotto scorta a Gela, il dito puntato a Corleone contro i mafiosi, negando loro procession­i e funerali. Un’altra Messa. Compiuta. Anche se la rassegna si apre con il concerto di Hummel che ha per titolo «la Messa incompiuta».

 ?? ?? Note benedette Un concerto nel Duomo di Monreale in una passata edizione della Settimana internazio­nale di Musica sacra. Spicca il prezioso Cristo Pantocrato­re con la sua iconografi­a orientale. Le tre navate della basilica sono in stile normanno fino alle absidi di taglio islamico. Ovunque risplendon­o i mosaici bizantini e pregevole è anche il tetto ligneo intarsiato. Questo capolavoro artistico, che comprende anche il chiostro e il giardino, è un esempio di felice incontro artistico tra culture succedutes­i nella storia della Sicilia
Note benedette Un concerto nel Duomo di Monreale in una passata edizione della Settimana internazio­nale di Musica sacra. Spicca il prezioso Cristo Pantocrato­re con la sua iconografi­a orientale. Le tre navate della basilica sono in stile normanno fino alle absidi di taglio islamico. Ovunque risplendon­o i mosaici bizantini e pregevole è anche il tetto ligneo intarsiato. Questo capolavoro artistico, che comprende anche il chiostro e il giardino, è un esempio di felice incontro artistico tra culture succedutes­i nella storia della Sicilia

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