Corriere della Sera

Sorpresa Norrie, si complica la rincorsa di Sinner alle Finals

L’inglese trionfa a Indian Wells e scavalca l’azzurro, impegnato ad Anversa, nella Race per Torino

- Gaia Piccardi

Dalle porte girevoli dell’attico del tennis entra Hubert Hurkacz (n.10) ed esce, dopo 968 settimane, Roger Federer (una prece). Il Master 1000 di Indian Wells, con i suoi campi lenti e una stanchezza diffusa che ha favorito outsider e sorprese, è stato un piccolo terremoto. Ha vinto il britannico Cameron Norrie, 26 anni, inglese alla larga come Emma Raducanu: è nato in Sudafrica da papà scozzese e mamma gallese, è cresciuto in Nuova Zelanda (una violenta rapina a Johannesbu­rg, quando Cameron aveva 3 anni, convinse i genitori a traslocare a Auckland), ha studiato all’Università del Texas, tiene casa e residenza a Putney, non lontano da Wimbledon, Londra sudovest, e tanto basta per considerar­lo un suddito di sua maestà la regina.

Da ieri Norrie è il nuovo numero 16 del ranking e, grazie ai mille punti intascati nel deserto california­no, ha scavalcato Jannik Sinner (che a Indian Wells è uscito agli ottavi con Taylor Fritz, killer pure di Matteo Berrettini) nella Race verso le Atp Finals di Torino: l’inglese si è installato al decimo posto davanti all’altoatesin­o, che nella foga di inseguire Ruud e Hurkacz non si è accorto che Norrie lo stava superando a destra, senza mettere la freccia. Con i primi cinque della classifica già qualificat­i — Djokovic che ha confermato la presenza a Torino sia per il Master che per la Davis, Medvedev, Tsitsipas, Zverev e Rublev —, Berrettini che dovrà blindare la settimana prossima all’Atp 500 di Vienna il biglietto per le Finals e Nadal fuori gara (ha già detto che tornerà nel 2022), restano quattro giocatori in un fazzoletto di 420 punti.

Sinner va a caccia dei primi 250 ad Anversa, dove fresco di best ranking (n.13 a 20 anni, più giovane tra i top 50: criticare Jannik, forfait ai Giochi di Tokyo a parte, è davvero un esercizio di stile fine a se stesso), è testa di serie numero uno in un tabellone che gli proporrà il derby con Musetti o Mager (in attesa, nel futuro, di quello più ghiotto con Berrettini) già al secondo turno. Il sogno degli appassiona­ti è una finale contro Andy Murray, il vecchio e il bambino, ma Braveheart, entrato con wild card, dovrà essere bravo a sopravvive­re a una raffica di agguati letali. Il titolo di Anversa, ampiamente alla sua portata, non basterà a Sinner per salire sul treno per Torino: dopo Vienna sarà l’ultimo Master 1000 della stagione, Parigi Bercy, a decidere la grande rincorsa per le Atp Finals. Per Jannik, con quattro titoli stagionali e una classifica stellare alle soglie del paradiso del tennis, comunque andrà sarà stato un successo (rimane da decidere tra Next Gen a Milano e l’Atp 250 di Stoccolma, ma son dettagli).

Con la sua carica rivoluzion­aria, Indian Wells ha rimescolat­o le carte anche tra le ragazze. Da ieri la tunisina dal braccio d’oro Ons Jabeur (n.8) è la giocatrice araba più alta in classifica della storia mentre il titolo è andato, dopo 3h04’, alla spagnola Paula Badosa, che aveva iniziato la stagione risultando positiva al Covid in Australia. Gente che viene e che va, tra le porte girevoli.

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(LaPresse) Talento Jannik Sinner, 20 anni, altoatesin­o, numero 13 della classifica mondiale, 4 titoli in carriera

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