«Nessuna tolleranza per chi nei 5 Stelle vorrà minare Conte»
ROMA Vicepresidente Gubitosa, al Senato l’ha spuntata Castellone come capogruppo. Per Conte è una sconfitta?
«È una vittoria. La Castellone ha detto che è nel solco del nuovo progetto ed è molto vicina a Conte. Hanno un percorso simile: è arrivata da ricercatrice nel Movimento, senza passare dall’attivismo, per via delle sue competenze. Chi più di lei può essere considerata vicina a Conte?».
Il gruppo è spaccato.
«Non capisco il motivo per cui si parla di divisioni, non c’erano filo-contiani contro anti-contiani, ma due espressioni del nuovo corso. Non c’è nessuna spaccatura. Anzi, mi lasci dire che da questa storia si evince tutt’altro».
Cosa?
«Che possono esistere due persone che incarnano la stessa identica visione. È la dimostrazione che nel Movimento non esistono capibastone o correnti. Ora magari ci sarà qualcuno che vorrà intestarsi pure il dialogo».
C’è uno scontro tra Conte e Di Maio?
«Non c’è nulla di più falso».
Molti hanno notato l’attivismo di Di Maio; è troppo ingombrante per Conte?
«Non vedo come. Il ministro è presidente dell’organo di garanzia: è un ruolo che si occupa di questioni interne e non della linea politica, che è appannaggio del presidente. Non ci sono sovrapposizioni».
C’è chi dice che i contiani stiano allontanando Conte da Di Maio.
«Nel M5S non c’è spazio per le correnti, come prescrive il nuovo Statuto e neppure per i personalismi. Il leader è Conte votato dal 93% degli iscritti che si sono pronunciati. Oggi chiunque provi a minare questo progetto va contro la volontà degli iscritti e certo compromette le prospettive di crescita del Movimento. Pensare a un’alternativa a Conte è una stupidaggine e un suicidio politico».
Ci sono sempre stati malpancisti.
«Sì, ma ora non sarà tollerato chi lavora per logorare la leadership e pensa alle proprie beghe personali. Abbiamo bisogno dell’entusiasmo e del lavoro di tutti. Le lamentele lasciamole ai perdenti».
Si aspettava questa tensione?
«A me sembra fisiologico. Da imprenditore, quando cambiavo un dirigente, ci voleva sempre del tempo per prendere le redini della situazione. Con il M5S è lo stesso: sta migrando da una fase di anarchia a una strutturata. E questi scossoni dimostrano che il cambiamento è vero non solo di facciata».