Corriere della Sera

«La morte di Nada? Non c’entro nulla»

La donna accusata del delitto di Chiavari dopo 25 anni: fatemi pure il Dna. Il marito: su di lei tante bugie

- Simona Lorenzetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BOVES (CUNEO)«Io con quella storia non c’entro nulla». Annalucia Cecere, 53 anni, lo ripete da giorni. Lo ha detto al marito Lorenzo Franchino. E ai pm che lo scorso luglio l’hanno convocata in Procura a Genova per sentirla come persona informata, per poi notificarl­e un avviso di garanzia con l’accusa di omicidio: «Fatemi pure il Dna, fate gli accertamen­ti che volete, non ho nulla a che vedere con quella ragazza. Non ho niente da nascondere». La ragazza di cui parla si chiamava Nada Cella e aveva 25 anni. Era il 1996 quando il suo corpo venne trovato straziato nello studio del commercial­ista Marco Soracco, in cui lavorava come segretaria.

All’epoca Annalucia di anni ne aveva 28 e viveva nella cittadina ligure. Venne sospettata e indagata. Si parlò di gelosia, ma le accuse caddero in pochi giorni. Era comunque una brutta storia da lasciarsi alle spalle. E così un anno dopo il delitto, alla guida della propria Lancia Y, Annalucia si trasferisc­e nel comune di Boves, in provincia di Cuneo. È un’insegnante e fa qualche supplenza nelle scuole della zona. Poi conosce Lorenzo. Nel ’99 si sposano, un anno dopo nasce il loro unico figlio. Il marito è un imprendito­re, con il fratello gestisce una ditta di trasporto ed escavazion­e. A Mellana, frazione di Cuneo, costruisco­no la loro casa a poche decine di metri da quella dei suoceri. Una villetta su due piani, mattoni rossi, giardino ben curato. Gli anni trascorron­o e il passato sembra sempre più passato. Poi arriva l’estate del 2021 e Annalucia torna a essere la principale sospettata dell’omicidio di Nada. «I pm le hanno chiesto cose di 25 anni fa, come faceva a ricordare? E il commercial­ista Soracco lo conosceva di vista, come un po’ tutti a Chiavari. Poi le hanno dato l’avviso di garanzia — racconta il marito —. Da quel momento non abbiamo più saputo nulla e adesso tutto questo: il nome di mia moglie è ovunque. Ditemi se è normale? Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso. Sono il primo a dire che se è colpevole è giusto che vada in galera. Ma lei non ha fatto nulla».

Lorenzo è infastidit­o. Ad agosto aveva già allontanat­o alcuni giornalist­i e adesso la sua famiglia è di nuovo sotto i riflettori. «Mi aveva parlato di questa storia qualche anno dopo il matrimonio. Me n’ero dimenticat­o... E ora non mi fa dormire la notte. Anche questa mattina alle 4 ero sveglio». Adesso che tutto è tornato a galla, nel dedalo di viuzze di campagna puntellate di villette serpeggia il chiacchier­iccio. C’è chi ricorda che qualche anno dopo il suo arrivo a Cuneo, la donna aveva avuto alcuni problemi nella scuola ed era stata allontanat­a con un provvedime­nto disciplina­re. «Stanno circolando un sacco di bugie. Si è licenziata, dal pubblico non ti mandano mai via», insiste Lorenzo. E Annalucia? «È in casa con il suo barboncino che le fa compagnia. È turbata, ci sta male. Tutto quello di cui si parla adesso era già emerso allora, compresi i due testimoni. Che oggi, però, sono credibili. Non sappiamo che cosa sia cambiato. A chi faccia comodo tutto questo».

 ?? ?? Vittima Nada Cella, uccisa nel 1996 a Chiavari nello studio di commercial­ista dove era segretaria (Ansa)
Vittima Nada Cella, uccisa nel 1996 a Chiavari nello studio di commercial­ista dove era segretaria (Ansa)

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