Corriere della Sera

Hendrik Wüst, la «speranza» Cdu

- di Paolo Lepri

Sono in molti a definire Hendrik Wüst «una speranza» per la Cdu. Sembra però improbabil­e, dopo la catastrofe elettorale provocata da Armin Laschet, che i cristiano democratic­i si affidino, anche in un futuro non immediato, proprio al successore dell’ex ministro-presidente della Nord Renania-Vestfalia sconfitto a settembre dal leader socialdemo­cratico Olaf Scholz. Ma in politica tutto è possibile, anche perché l’esperienza governativ­a che si matura nel Land tedesco più popoloso (18 milioni di abitanti, l’Olanda ne ha meno della metà) è almeno in teoria un buon biglietto da visita per guidare la Germania. «Da noi il partito è unito è forte», ha detto alla Bild il neo-governator­e. Lasciando capire che altrove non accade lo stesso.

In ogni caso Wüst dovrà farsi rieleggere nel maggio dell’anno prossimo. Un appuntamen­to, questo, del quale gli orfani di Angela Merkel cominciano già ad avere paura. Poi potrà pensare al dopo, visto che ha solo 46 anni e i candidati che si stanno preparando a scendere in campo per raccoglier­e l’eredità della cancellier­a dei record (dopo le brevi e sfortunate apparizion­i di Annegret KrampKarre­mbauer e dello stesso Laschet) non sembrano irresistib­ili. Uno di loro, il conservato­re Friedrich Merz, sarà anche popolare nella base (chiamata per la prima volta a scegliere con le primarie il nuovo numero uno, che verrà confermato al congresso in gennaio) ma non ha certo il profilo giusto per conquistar­e ampi consensi in settori diversi dell’elettorato.

In realtà anche le radici del nuovo ministro-presidente della Nord RenaniaVes­tfalia sono simili a quelle di Merz. Nel 2007 pubblicò un documento intitolato «Un moderno conservato­rismo civico» insieme a quello che sarebbe diventato il leader bavarese, Markus Söder. Ma molti anni sono passati e Wüst (nato a Rhede, laurea in Giurisprud­enza, sposato, una figlia di sei mesi) sembra essere diventato un politico molto pragmatico che mette assolutame­nte al primo posto, nel suo programma, la protezione dell’ambiente e la lotta al cambiament­o climatico. Farà bene? Vedremo. Come tanti politici tedeschi si pone il problema «di combinare lavoro e famiglia».

«Ma questo accade — aggiunge — a molti altri nel nostro Paese». Una dimostrazi­one, se non altro,

di realismo.

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