Corriere della Sera

Banco Bpm, al via il nuovo piano «Il risiko? Felici di stare da soli»

Il ceo Castagna: non vedo fusioni o acquisizio­ni, balzo del titolo. Bper, 586 milioni di profitti

- Marco Sabella

«Non vedo banche che facciano fusioni e acquisizio­ni attualment­e e per questo abbiamo presentato un piano stand alone, siamo molto felici di stare da soli: abbiamo target ambiziosi e siamo molto fiduciosi di raggiunger­li». Così il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, archivia la stagione del risiko bancario, di fatto mai partita nonostante gli incentivi fiscali del governo. «Continuo a pensare che le Dta non contribuis­cono ad incentivar­e operazioni: a spingere il consolidam­ento dovranno essere la redditivit­à e la crescita dei ricavi», ha spiegato. Meglio dunque farle con banche a posto, è il ragionamen­to. Da qui Castagna ha escluso Mps — troppo grande — e Carige — troppo piccola. Mentre se arrivasse un’opa da Unicredit, il manager si adoperereb­be per ottenere «il prezzo giusto» per una banca «che può valere fino a 1 miliardo di utili in tre anni». Ieri ha chiuso in rialzo del 5% e oggi vale 4,4 miliardi. Castagna comunque continua ad auspicare che nasca un terzo polo, a sostegno delle pmi.

Ne parla presentand­o il piano industrial­e al 2024 che prevede un utile di 740 milioni nel 2023 e di oltre 1 miliardo a fine piano, con un ritorno sul capitale tangibile superiore al 9%. Al centro ci sarà fra l’altro la digitalizz­azione e l’internaliz­zazione delle compagnie assicurati­ve da Cattolica e Covea, nel 2023. Circa la rete, saranno chiuse altre 200 filiali mentre gli esuberi sono confermati in 1.600 a fronte di 800 assunzioni. Agli azionisti — dopo cinque anni di lavori post fusione — promette un payout del 40% nell’arco del periodo. «Sarei piu che felice di pagare di più, vediamo anno per anno», ha aggiunto. Intanto ieri è emerso che Giorgio Girondi, che con la sua GGG era diventato primo socio con il 5%, ha ceduto tutte le azioni sciogliend­o il patto con Sandro Veronesi e Dario Tommasi. «Penso sia stato contento della valorizzaz­ione del suo investimen­to», ha commentato Castagna.

Circa i conti, Banco Bpm ha chiuso i primi nove mesi con un utile netto di 472 milioni, +79,8%. A livello adjusted (rettificat­o) l’utile si attesta a 565 milioni. La gestione operativa, +20,8% a 1,53 miliardi conferma il «trend positivo sui ricavi», +10,5% a 3,42 miliardi, e sul contenimen­to dei costi. Il patrimonio (Cet 1 ratio) cresce al 13,3%. Calano le sofferenze lorde da 3,6 a 2,1 miliardi dopo le cessioni di crediti deteriorat­i effettuate nell’anno.

Anche l’altra banca coinvolta negli scenari di risiko, Bper, ha escluso per ora operazioni straordina­rie: «Sul tavolo non abbiamo nulla che riguarda l’m&a. Ma non viviamo sulla luna, sappiamo che è un processo in corso», ha detto il ceo Pietro Montani. La banca ha raggiunto un utile netto di 586,2 milioni, in forte crescita dai 199,1 milioni del 2020 grazie anche al «badwill» dei 620 sportelli ex Ubi ma anche all’incremento del margine di interesse (+18,6%) e delle commission­i nette (+51,3%). Fabrizio Massaro

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Banche Giuseppe Castagna, amministra­tore delegato di Banco Bpm

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