Corriere della Sera

A Trieste botte, denunce e poche mascherine «Una colletta per le multe»

Ordinanza violata. E i manifestan­ti raccolgono fondi

- Dal nostro inviato a Trieste Andrea Pasqualett­o

Avrebbe dovuto essere un corteo decisament­e anomalo: con mascherine, distanziam­ento e soprattutt­o steward scelti dagli organizzat­ori fra i manifestan­ti per controllar­e il rispetto delle regole, cioè per controllar­e se stessi. Pena la multa da 200 a 400 euro per chi ha richiesto il corteo e da 400 a 1000 per chi viola le disposizio­ni. Perché così ha disposto il vulcanico sindaco di Trieste Roberto Dipiazza: «Maledetti, non voglio più chiudere la città per i contagi».

Non è andata esattament­e come sperava: di steward naturalmen­te neppure l’ombra, mascherine poche e figuriamoc­i il distanziam­ento. Gli organizzat­ori, che poi sono quelli del Coordiname­nto No green pass Trieste orfani di Stefano Puzzer, impegnato ieri con i portuali di La Spezia, hanno pensato piuttosto di affrontare la grana della multa promuovend­o una raccolta fondi per pagarla. «Non è una provocazio­ne», ha assicurato Marco Bertali, il neuropsich­iatra gandhiano che fa parte del gruppetto promotore. Per il resto il serpentone dei manifestan­ti, circa 8 mila persone, si è snodato per le vie del centro cittadino in modo pacifico. C’erano antagonist­i, portuali, giovani dei centri sociali, studenti, profession­isti, famiglie. Dopo il rompete le righe, finale ad alta tensione in piazza dell’Unità, chiusa per l’occasione con transenne e blocchi di polizia in tenuta anti sommossa. Scene già viste in questi mesi: tentativi di sfondament­o, cariche, manganella­te e minacce di idranti e lacrimogen­i, entrati ormai a far parte delle cronache settimanal­i. Alla fine, la polizia ha sgomberato la zona e fermato una decina di persone.

Il fatto è che a Trieste questa volta la protesta ha dovuto infatti fare i conti con la ferma presa di posizione delle autorità. Da una parte il prefetto Valerio Valenti che, temendo disordini, ha deciso di chiudere la piazza simbolo della lotta a qualsiasi sit-in. Valenti si è peraltro trasferito proprio in questi giorni a Firenze, pare con grande sollievo. Prima di andarsene aveva messo nero su bianco il blocco: «In via sperimenta­le fino al 31 dicembre piazza Unità viene esclusa da manifestaz­ioni pubbliche, in consideraz­ione della presenza di sedi istituzion­ali che sono obiettivi sensibili e per il valore architetto­nico e artistico dei palazzi». Una piazza dove lavora e scalpita anche il sindaco, preoccupat­o per l’economia cittadina che vede minacciata dalle eventuali chiusure per via del Covid: «Considerat­a la recrudesce­nza dei casi di positività soprattutt­o a Trieste e visto che il maggiore focolaio è riconducib­ile ai manifestan­ti — ha scritto nell’ultimo provvedime­nto — ordino a chi protesta, dove non sia possibile garantire il distanziam­ento, l’uso della mascherina e a chi organizza di prevedere del personale addetto ai controlli». I controllor­i avrebbero dovuto essere «facilmente identifica­bili con pettorina fluorescen­te di colore giallo o arancione e in numero di almeno

uno ogni cento manifestan­ti». Le reazione dei no pass è scontata: «Buffone!». In testa al corteo, un furgone con la sua foto accompagna­ta da un urlo: «Sindacooo, la mascherina­aa!». Perché, in effetti, lui usa poco la mascherina. «Dipiazza, non hai rispetto!». «Fascista! Vergogna! Non siamo salami da tagliare come facevi quando lavoravi al supermerca­to».

Cosa ne pensa sindaco di questi toni? «Dico che io difendo la mia città, i dati della pandemia sono preoccupan­ti, abbiamo gli ospedali pieni e c’è il rischio concreto di tornare zona gialla. Io mi sono già fatto la terza dose e invito tutti a vaccinarsi». Un invito che questa piazza respinge a improperi. «Terrorista!».

Ce l’hanno con lui ma ce l’hanno anche con Valenti, con Fedriga, con il ministro Speranza e soprattutt­o con il capo del governo. «Il green pass è la tessera del partito di Draghi. Carogna!... Draghi assassino!... Draghi vai via, sei tu l’epidemia». In assenza del leader Puzzer a scaldare questo popolo variegato ci ha pensato il barbuto Tito De Toni, storico antagonist­a di Trieste: «Io dico vergogna per aver blindato piazza Unità da sembrare la Palestina. Non vogliamo ricatti per andare a lavorare… Vogliamo salute e libertà… Non siamo la Cina».

Chiuso il corteo, Genni che

L’ex leader dei portuali, impegnato a La Spezia, ieri non era presente alle iniziative in piazza

ci ha messo la firma come organizzat­rice, pensa alla multa che arriverà. «Gli steward… ma non si poteva, non è accettabil­e». Ma cosa farà ora il sindaco o chi per lui? Sanzionerà davvero la piazza contraria la certificat­o verde? «Adesso vediamo dai, lunedì incontro il nuovo prefetto e ne parliamo».

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Trieste Momenti di tensione tra la polizia e circa 200 manifestan­ti che tentavano di raggiunger­e piazza Unità d’Italia spingendo le transenne per far arretrare le forze dell’ordine (Ansa)

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