Mattarella ad Algeri: fare di più sui migranti
Il presidente: Ue e Africa devono collaborare. I gasdotti e il progetto di un collegamento con la Sardegna
Con il suo atterraggio ieri mattina in una Algeri dal cielo carico di pioggia, Sergio Mattarella è diventato il primo presidente italiano dopo Carlo Azeglio Ciampi e il primo capo di Stato europeo dall’inizio dell’era Covid ad andare in visita nell’ex colonia francese. Mattarella rientrerà a Roma questa sera, ma i potenziali sviluppi diplomatico-economici fanno di questo viaggio un momento importante.
Nei quasi due decenni tra le visite italiane il Medio Oriente è cambiato. L’invasione dell’Iraq ha scatenato l’islamismo, le primavere arabe hanno in gran parte fallito la democratizzazione, la vicina Libia è caduta nella guerra civile, i bassi prezzi del petrolio non hanno aiutato lo sviluppo. L’Algeria, con il suo governo ancora forgiato dalla lotta di liberazione coloniale, è rimasto tra i pochi Paesi stabili di una regione segnata dal terrorismo. Negli ultimi mesi, però, la crisi del Sahara Occidentale ha incrinato i rapporti con il vicino-rivale Marocco. Per ritorsione Algeri ha deciso di chiudere il gasdotto che andava in Spagna attraverso il regno alawide. Restano aperti per l’export solamente altri due tubi sottomarini: l’Enrico Mattei, verso l’Italia, e il Medgaz, verso la Spagna.
L’ipotesi di posare una condotta nel deserto del Sahara per gli idrocarburi nigeriani riporta in vita il progetto di un collegamento sottomarino tra Algeria e Sardegna. Si formerebbe così una rete di gasdotti in grado di far concorrenza alle forniture russe. Se a quel progetto, infine, si aggiunge la speranza di un ritorno stabile sul mercato della Libia, il Sud del Mediterraneo e l’Italia conquisterebbero un ruolo di primo piano nelle strategie energetiche europee. Grandi produttori come Nigeria, Algeria e Libia tutti collegati alla Penisola.
Grande la cordialità negli incontri di ieri tra Mattarella e l’omologo algerino Abdelmadjid Tebboune. «L’Italia spinge l’Ue ad un rapporto sempre maggiore con i Paesi del Mare Nostrum anche perché sono la porta con il continente africano che per l’Europa è fondamentale — ha assicurato Mattarella —. Il futuro di Africa e Europa è necessariamente comune, l’Algeria è un partner strategico e il documento approvato dall’Ue in aprile sviluppa queste prospettive. Speriamo che il rapporto che c’è tra Algeria e Italia sia d’ispirazione». Per Mattarella, Africa e UE devono «fare di più» per i migranti; se non si «governa» il fenomeno, sia le «nostre ragioni umanitarie sia i nostri sistemi statali, saranno sopraffatti».
Il presidente Tebboune si è detto «molto ottimista», sperando «che i risultati del vertice intergovernativo italo-algerino — in programma per inizio 2022 con il premier Mario Draghi e l’omologo Aymen Benabderrahmane, ndr — possano portare a un rafforzamento dell’economia algerina basata, come l’italiana, sulle piccole e medie imprese. Sulla Libia abbiamo punti di vista praticamente uguali e l’amicizia tra Roma e Algeri è solida, rafforzata durante il “decennio nero” segnato dal terrorismo algerino quando l’Italia è stato l’unico Paese che ci è rimasto accanto».
Importante anche il ruolo svolto dall’Eni e, soprattutto, dal suo fondatore Enrico Mattei ricordato dall’agenzia ufficiale Aps come «amico della rivoluzione contro l’occupazione francese». A Mattei, Algeri dedica oggi un giardino in centro città che verrà inaugurato da Mattarella.