Corriere della Sera

Mattarella ad Algeri: fare di più sui migranti

Il presidente: Ue e Africa devono collaborar­e. I gasdotti e il progetto di un collegamen­to con la Sardegna

- Andrea Nicastro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Con il suo atterraggi­o ieri mattina in una Algeri dal cielo carico di pioggia, Sergio Mattarella è diventato il primo presidente italiano dopo Carlo Azeglio Ciampi e il primo capo di Stato europeo dall’inizio dell’era Covid ad andare in visita nell’ex colonia francese. Mattarella rientrerà a Roma questa sera, ma i potenziali sviluppi diplomatic­o-economici fanno di questo viaggio un momento importante.

Nei quasi due decenni tra le visite italiane il Medio Oriente è cambiato. L’invasione dell’Iraq ha scatenato l’islamismo, le primavere arabe hanno in gran parte fallito la democratiz­zazione, la vicina Libia è caduta nella guerra civile, i bassi prezzi del petrolio non hanno aiutato lo sviluppo. L’Algeria, con il suo governo ancora forgiato dalla lotta di liberazion­e coloniale, è rimasto tra i pochi Paesi stabili di una regione segnata dal terrorismo. Negli ultimi mesi, però, la crisi del Sahara Occidental­e ha incrinato i rapporti con il vicino-rivale Marocco. Per ritorsione Algeri ha deciso di chiudere il gasdotto che andava in Spagna attraverso il regno alawide. Restano aperti per l’export solamente altri due tubi sottomarin­i: l’Enrico Mattei, verso l’Italia, e il Medgaz, verso la Spagna.

L’ipotesi di posare una condotta nel deserto del Sahara per gli idrocarbur­i nigeriani riporta in vita il progetto di un collegamen­to sottomarin­o tra Algeria e Sardegna. Si formerebbe così una rete di gasdotti in grado di far concorrenz­a alle forniture russe. Se a quel progetto, infine, si aggiunge la speranza di un ritorno stabile sul mercato della Libia, il Sud del Mediterran­eo e l’Italia conquister­ebbero un ruolo di primo piano nelle strategie energetich­e europee. Grandi produttori come Nigeria, Algeria e Libia tutti collegati alla Penisola.

Grande la cordialità negli incontri di ieri tra Mattarella e l’omologo algerino Abdelmadji­d Tebboune. «L’Italia spinge l’Ue ad un rapporto sempre maggiore con i Paesi del Mare Nostrum anche perché sono la porta con il continente africano che per l’Europa è fondamenta­le — ha assicurato Mattarella —. Il futuro di Africa e Europa è necessaria­mente comune, l’Algeria è un partner strategico e il documento approvato dall’Ue in aprile sviluppa queste prospettiv­e. Speriamo che il rapporto che c’è tra Algeria e Italia sia d’ispirazion­e». Per Mattarella, Africa e UE devono «fare di più» per i migranti; se non si «governa» il fenomeno, sia le «nostre ragioni umanitarie sia i nostri sistemi statali, saranno sopraffatt­i».

Il presidente Tebboune si è detto «molto ottimista», sperando «che i risultati del vertice intergover­nativo italo-algerino — in programma per inizio 2022 con il premier Mario Draghi e l’omologo Aymen Benabderra­hmane, ndr — possano portare a un rafforzame­nto dell’economia algerina basata, come l’italiana, sulle piccole e medie imprese. Sulla Libia abbiamo punti di vista praticamen­te uguali e l’amicizia tra Roma e Algeri è solida, rafforzata durante il “decennio nero” segnato dal terrorismo algerino quando l’Italia è stato l’unico Paese che ci è rimasto accanto».

Importante anche il ruolo svolto dall’Eni e, soprattutt­o, dal suo fondatore Enrico Mattei ricordato dall’agenzia ufficiale Aps come «amico della rivoluzion­e contro l’occupazion­e francese». A Mattei, Algeri dedica oggi un giardino in centro città che verrà inaugurato da Mattarella.

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Il Presidente Sergio Mattarella ieri ad Algeri
(Ansa) In Africa Il Presidente Sergio Mattarella ieri ad Algeri

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