Campione e cicerone «La sveglia è alle 4»
«ANew York ho vinto due volte e sono tornato altre 32 da accompagnatore di atleti, ospite, testimonial. Nelle edizioni di maggior successo c’erano 4.300 italiani, una marea: negli occhi di tutti l’emozione di partecipare alla corsa della vita. Puoi trovarle tutti i difetti che vuoi, ma questa è la maratona». Orlando Pizzolato, 63 anni, ribattezzato Pizzowhat? dai giornali americani quando trionfò da perfetto sconosciuto nel 1984, ha allenato e poi guidato sul posto migliaia di nostri connazionali.
«Il fascino di New York è il crescendo di emozioni, dallo sbarco al Jfk alla sveglia alle quattro del mattino, al traghettamento nel New Jersey per il raduno di partenza fino allo sparo del cannone che dà il via. Ci sono maratone più belle, ma questa è l’unica in cui una grandissima città è unita nel celebrare chi corre». Lo spirito di oggi è lo stesso di quando Pizzolato vinse? «No — spiega il vicentino, primo anche nell’85 — perché al pioniere Fred Lebow, un visionario romantico, si è sostituita un’organizzazione votata al business e che ti fa pagare un extra anche per portarti la borsa con gli indumenti di ricambio dalla partenza all’arrivo. Ma se sai godertela, New York resta un’esperienza unica».