Una rivoluzione a tavola per salvare il Pianeta
Le scelte alimentari incidono sul nostro benessere, ma anche su quello ambientale Liotta: «Da ciò che mangiamo dipende un terzo delle emissioni di gas serra» Dalla dieta mediterranea alla «carnivora climatica», i cinque modelli da seguire
Ma quanto incide sull’ambiente quello che portiamo in tavola? Ciò che sta sul piatto che rapporto ha con deforestazione e spreco di cibo? Se ne è discusso ieri a «Il Tempo della Salute» con Eliana Liotta, giornalista e firma della rubrica Smart Tips su Corriere Salute, Gilda Gastaldi, presidente della Fondazione Gruppo San Donato che promuove il Progetto Eat- alimentazione sostenibile, e Massimo Tavoni, direttore dell’Istituto europeo per l’Economia e l’Ambiente. Per Liotta — autrice de «Il cibo che ci salverà», edito dalla Nave di Teseo — «da ciò che mangiamo dipende un terzo delle emissioni di gas serra». Ma «un cibo “gentile” con il Pianeta fa bene anche a noi stessi». E la «piccola rivoluzione» a tavola si può fare, «scegliendo fra i cinque modelli alimentari sostenibili». Ovvero, la dieta mediterranea: «verdure, cereali e proteine, con la carne una volta a settimana». Poi la dieta carnivora climatica: «priva di carne dei ruminanti, principali produttori di metano». Quindi la pescetariana, la vegetariana e infine la vegana «che non è per tutti. Ma se tutti la seguissimo le emissioni inquinanti si dimezzerebbero».
Eccoci al punto: «Alla deforestazione condotta per favorire agricoltura e allevamento», ha spiegato Tavoni. Le conseguenze? «Un incremento notevolissimo di gas serra e un impatto negativo su gas come il metano, che deriva in gran parte dall’allevamento di ruminanti, e il biossido di azoto dei fertilizzanti». Modificando però le nostre scelte alimentari, aggiunge, «potremmo contenere l’innalzamento delle temperature». Si può cambiare rivolgendosi ai giovani e per questo è nato il progetto Eat di Fondazione Gruppo San Donato. «Spieghiamo agli studenti delle medie cos’è un’alimentazione sana, dopo aver notato una crescita di casi di ipertensione e obesità tra di loro», ha detto Gastaldi: «Dopo un anno di incontri sono migliorati tutti i parametri di salute».
Ieri si è parlato poi di quanto la pandemia abbia inciso sul rapporto tra medici di famiglia e assistiti. Con Valentina Di Mattei (responsabile Psicologia clinica al San Raffaele), Antonella Ferrari (medico di Medicina generale) e Alan Pampallona (direttore Fondazione Giancarlo Quarta) sono stati illustrati i risultati di un sondaggio promosso da Corriere Salute su Corriere.it al quale hanno risposto 5 mila lettori. I risultati? Grazie a telemedicina e nuove tecnologie, se tra medico e paziente c’è fiducia la relazione cambia in meglio. Gli altri appuntamenti della giornata (si è parlato di intestino, screening neonatale e mal di schiena) possono essere seguiti su Corriere.it (on demand e sui social).