Mou sente il rumore dei nemici, la Roma deve aggiustare la mira
Arbitri, stampa, riserve e imprecisione: lo Special One riveste i panni del «cattivo»
VENEZIA I nostalgici del vecchio Mou, quello che sentiva sempre il rumore dei nemici, possono tranquillizzarsi. Non è vero che si è imborghesito, diventando affabile, così come non è vero che è ormai «bollito» anche se prendere otto gol in due partite dal Bodo Glimt, arbitri o non arbitri, freddo o non freddo, è qualcosa di inspiegabile anche per lui.
Lo Special One sta ricreando, pezzo per pezzo, uno dei suoi cavalli di battaglia: noi contro il mondo. Ce l’ha con gli arbitri, con il terreno di gioco dell’Olimpico, con una stampa locale per lui troppo critica e a volte anche con i suoi giocatori. Non è facile capire sempre l’equilibrio tra epurazioni e riabilitazioni — per Venezia non è stato convocato Darboe, per esempio, prima erano andati in tribuna
Mayoral, Kumbulla, Villar, Diawara e Reynolds — ma anche questo fa parte di un piano. Mou vuole una lunga lista di cessioni a gennaio per attingere ad almeno 2-3 innesti di calciatori «fatti e finiti». Da un mese a questa parte — una sola vittoria in sei partite — il portoghese ha intensificato le lamentele per la rosa. «Nel
Milan entrano Tonali e Bakayoko — ha detto —, da noi entra Villar».
Per il match di oggi, contro il Venezia, che secondo Mou si salverà senza problemi, è possibile il cambio di modulo: 3-5-2 perché mancano, infortunati, tutti i terzini sinistri. L’ordine è diventare più cinici: «Per la mole di gioco che sviluppiamo, concretizziamo poco. Solo Pellegrini, Ibanez e El Shaarawy hanno segnato un numero congruo di gol». I dati della Lega calcio confermano: la Roma è al primo posto per tiri effettuati (187) ma solo al settimo per gol segnati (19) e al quinto per tiri nello specchio della porta (55). Per questo oggi potrebbero anche giocare insieme Abraham e Shomurodov con un turno di riposo per Zaniolo.