Corriere della Sera

Difesa Ue, nella bozza spine per Roma

Mercoledì sarà presentata la bussola strategica: sì alla forza rapida e alla intelligen­ce comune Sparisce ogni riferiment­o a Londra come partner (cruciale per noi)

- DALLA NOSTRA CORRISPOND­ENTE Francesca Basso

BRUXELLES Dopo un lungo confronto, la Commission­e Ue presenterà mercoledì la bussola strategica (strategic compass) che definisce la rotta che intende seguire l’Unione nell’ambito della difesa e della sicurezza. I modi del ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanista­n e il caso Aukus, l’accordo per la sicurezza nell’indopacifi­co tra Usa, Australia e Regno Unito, hanno reso evidente la necessità per l’Unione di procedere verso la creazione di una difesa comune, non in alternativ­a alla Nato ma complement­are.

Il documento sarà finalizzat­o nel collegio dei commissari di mercoledì e presentato da Josep Borrell, Alto rappresent­ante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza. Già a fine agosto Borrell aveva anticipato uno degli elementi chiave della proposta: la creazione di una forza militare di primo intervento. Secondo l’ultima bozza il nome scelto, accogliend­o le obiezioni di Spagna, è Eu deployment capacity (capacità di dispiegame­nto rapido): un’unità costituita da 5 mila uomini che potranno essere mobilitati in modo flessibile e interopera­bile, con quartier generale a Bruxelles. L’unità si eserciterà regolarmen­te per evitare quanto accaduto in passato con gli Eu Battlegrou­ps, di fatto mai utilizzati. Il testo spiega che in un mondo multipolar­e, dove le tensioni tra i poli sono molto forti e il multilater­alismo appare indebolito e contestato, se l’Ue vuole avere un ruolo stabilizza­tore deve dotarsi di una forza militare che abbia una propria autonomia.

Il documento di 25 pagine è meno tecnico rispetto a quello discusso finora e si sviluppa attorno a 4 pilastri: azione, sicurezza, investimen­ti, partnershi­p. Il cuore dell’azione è l’Eu deployment capacity. Ma per il futuro sarà fondamenta­le aumentare il livello di anticipazi­one dei rischi e mettere in sicurezza l’accesso alle aree strategich­e come lo spazio e il mare. Già la presidente della Commission­e Ue, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione aveva anticipato la necessità per l’Ue di dotarsi di un sistema di intelligen­ce comune. Una delle preoccupaz­ioni è rappresent­ata dagli attacchi informatic­i in ambito civile e militare. L’idea è di creare un hybrid toolbox, che metta insieme tutti gli strumenti per fronteggia­re i cyber attacchi. Tra gli obiettivi c’è anche il rafforzame­nto della presenza marittima coordinata in un ottica più europea. Nella bozza si parla di indopacifi­co, area su cui ha insistito la Francia. Per l’Italia iniziare da quella zona appare un po’ riduttivo, sarebbe preferibil­e cominciare dal Mediterran­eo allargato. Questa parte sarà approfondi­ta dal dibattito politico. Sulle partnershi­p bilaterali compaiono Usa e Canada ma è scomparsa la Gran Bretagna, con la quale il nostro Paese ha progetti di difesa comuni, tra cui la costruzion­e di caccia. La proposta sarà discussa dai ministri di Esteri e Difesa a fine novembre per poi tornare al Comitato politico di sicurezza e a febbraio al consiglio Difesa informale di Brest. L’adozione è attesa nel consiglio di marzo.

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