La ripartenza sugli sci
Dallo skipass online alla mascherina dal green pass ai posti in funivia Ecco tutto quello che c’è da sapere in vista del grande ritorno in pista
Ci siamo, finalmente si scia. Dal Trentino-Alto Adige al Piemonte, e poi in Veneto, Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia è quasi tutto pronto per dare il via alla stagione più attesa di sempre. Bisognerà rispettare le linee guida nazionali per il contenimento del Covid — green pass e mascherina obbligatori — ma è la fine di uno stop durato quasi due anni, con impianti, servizi, hotel chiusi e, beffa delle beffe, le cime già imbiancate. I 90 centimetri di neve fresca già caduti sul ghiacciaio Presena (tra Trentino e Lombardia) che sabato ha aperto gli impianti, così come i fiocchi a Falcade e Arabba, sono già il migliore degli inizi.
Le linee guida
Anche al Passo Falzarego si scia da ieri. Per prendere la seggiovia del Col Gallina il green pass non serve nemmeno perché, non essendo collegata ad altri impianti, invece chiusi, non richiede l’obbligo di certificato verde. «Serve per accedere a funivie, cabinovie e seggiovie con il cofano anti intemperie, non sugli impianti “aperti”. La mascherina è richiesta invece su tutti gli impianti, chiusi e aperti — chiarisce Andy Varallo, presidente di Dolomiti Superski, il comprensorio che raggruppa 1.200 chilometri di piste nelle valli dolomitiche dell’Alto Adige, del Trentino e del Bellunese —. Il Decreto Legge “Green Pass bis” regola anche la capienza degli impianti di risalita “chiusi”: al momento sarebbe all’80% della capienza massima. Apriremo il 27 novembre, questo è certo, e andremo a pieno regime dal 4 dicembre: Cortina, Plan de Corones, Arabba/Marmolada, San Martino di Castrozza e Passo Rolle, poi l’Alta Badia, la Val Gardena e la Val di Fassa. Non vediamo l’ora».
L’Associazione nazionale degli esercenti funiviari (Anef) parla di «regole ancora confuse» e il suo presidente Valeria Ghezzi precisa che il legislatore, al momento di convertire in legge, a inizio ottobre, il decreto di fine agosto che ha confermato per gli impianti chiusi l’obbligo di green pass, «si sarebbe dimenticato di innalzarne la portata». «Sarà una questione solo di forma — afferma —, ma l’impiantista oggi di fatto deve ancora rispettare il 50%, cioè la portata applicata la scorsa estate. Abbiamo fatto una proposta al governo, già approvata dalle regioni, per rialzare la portata all’80 % come previsto nel decreto di agosto. Probabilmente è questione solo di tempo».
Le tendenze
Per ridurre code ed evitare biglietterie la tendenza, per tutti, è permettere l’acquisto dello skipass on line. Dolomiti Superski lo fa tramite il suo sito (ma, in partnership con Telepass, si può anche usare la TelepassPay che si attiva come un vero e proprio skipass); in Valle d’Aosta si usa il Teleskipass, mentre i comprensori del Consorzio Skirama Dolomiti-Adamello Brenta, in Trentino, hanno adottato l’app Qoda: si prenota l’impianto di partenza e ci si presenta alla stazione a valle all’ora indicata. Uno strumento di virtualizzazione delle file utilizzabile anche in 60 rifugi lungo le piste, per riservare tavoli e accessi ai selfservice.
I prezzi
Secondo il dossier Skipass Panorama Turismo, il 78,7% degli operatori dichiara di avere alzato i prezzi. La media indica 4,8 punti percentuali in più rispetto a due stagioni fa (con picchi nei periodi delle vacanze natalizie, del Carnevale e nei weekend). Il costo dello skipass giornaliero è aumentato a livello nazionale del 5,5%, mentre quello delle scuole di sci dell’8,3.
Le previsioni
Dal 27 novembre si scia anche a Livigno, in Lombardia. Dal 3 dicembre nel Monterosa Ski, in Piemonte, regione che vanta il comprensorio della Via Lattea, tra i più vasti delle Alpi e tra i pochissimi internazionali. Dal 5 in Friuli. E sarà un inverno promettente, visto le previsioni. «È atteso un aumento dei turisti italiani del 38,7% — dice Massimo Feruzzi di JFC, che ha redatto il dossier Skipass Panorama Turismo — e compenserà la perdita degli stranieri (-17,4%)». I fedelissimi (4 milioni, sportivi compresi) stanno confermando il soggiorno e spunta anche chi non ha mai frequentato la montagna d’inverno, attratto dall’«outdoor experience». Una quota potenziale di 3,68 milioni di persone. Dopo due inverni così, una manna dal cielo.