Corriere della Sera

«Perché vaccinare i nostri bambini? Per garantire scuola, sport e svago»

L’appello di Villani a immunizzar­e i più piccoli: la qualità della vita è fondamenta­le per la loro salute

- di Margherita De Bac mdebac@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Vaccinarli «significa mettere al di sopra di tutto il loro benessere». Che non equivale soltanto all’assenza di malattie ma anche qualità delle loro giornate. «Mettiamo in condizione i piccoli di fare una vita da... piccoli. Quindi gioco, scuola, sport, distrazion­i».

Alberto Villani, direttore del Dipartimen­to emergenza, accettazio­ne e pediatria generale del Bambino Gesù di Roma, raccoglie in una frase le motivazion­i che dovrebbero («e lo spero») convincere un genitore sull’importanza dell’anti Covid nell’età 5-11 anni.

Siamo a poche ore dal via libera dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) alle dosi prodotte da Pfizer che saranno già disponibil­i — a detta del coordinato­re del Comitato tecnico-scientific­o, Franco Locatelli — dal 23 dicembre. In previsione della scadenza Villani rivolge un appello.

Da dove cominciamo?

«Dal concetto di benessere. Non possiamo pensare di prendere come parametro i due estremi, la morte e la vita. Per i bimbi è fondamenta­le la qualità della vita, che è un bene supremo, necessario per crescere in salute. Se non lo possiedono rischiano di perdere serenità in una fase cruciale del loro diventare grandi».

Lei ha denunciato più volte l’aumento di problemati­che di tipo psichiatri­co e psicologic­o in questa fascia d’età, legate proprio alle regole restrittiv­e imposte dal Covid.

«Anche al Bambino Gesù abbiamo osservato un aumento di patologie molto serie. Tentato suicidio, autolesion­ismo, disturbi del comportame­nto alimentare. La causa in parte è da attribuire alla reclusione in casa vissuta durante il lockdown e alle incertezze del dopo clausura. Mi riferisco all’impossibil­ità di frequentar­e la scuola, di ritrovarsi con i compagni, di fare una partita a pallone con gli amici. Per i figli unici l’isolamento è stato molto stressante».

La vaccinazio­ne contro il Covid andrebbe considerat­a dunque uno strumento di salute sociale?

«Un bambino in salute è un bene sociale. La vaccinazio­ne ha un ruolo determinan­te. C’è una fortissima indicazion­e da parte dei pediatri italiani, espressa con un documento appena pubblicato».

Le famiglie si domandano: i casi gravi di Covid in età pediatrica sono rari, i bambini si ammalano con sintomi lievi. Perché esporli al rischio di vaccini che ancora non conosciamo bene?

«Non è vero che non li conosciamo. Gli adulti immunizzat­i nel mondo sono circa cinque miliardi. Sono prodotti sicuri ed efficaci. Negli Stati Uniti e in Israele hanno già cominciato la campagna di immunizzaz­ione per chi ha tra i 5 e gli 11 anni, e non c’è al momento evidenza di effetti collateral­i rilevanti. La posologia della dose pediatrica è un terzo di quella per gli adulti. Se un vaccino funziona nei grandi a maggior ragione va ancora meglio per i piccoli che hanno un sistema immunitari­o più efficiente. Inoltre non sottovalut­iamo il rischio della Mis-C, la sindrome infiammato­ria multisiste­mica che può avere conseguenz­e molto gravi».

All’ospedale Gaslini di Genova, che in questi giorni ha pubblicato un rapporto sulla situazione in Liguria, sono stati osservati 29 casi della sindrome su pazienti con un’età media di 4 anni e con un incidenza di 200 casi ogni 100 mila di Covid, molto più alta che in bambini affetti da altre patologie. Un fenomeno sottovalut­ato?

” I rischi Lockdown e incertezze legate al post reclusione hanno già causato molti problemi ai ragazzi

«Credo che bisognereb­be prestargli più attenzione. La Mis-C è una malattia nuova, non ha un codice e non è da escludere che qualche caso a livello italiano non sia stato classifica­to come tale».

La variante Omicron, l’ultima arrivata, ci deve preoccupar­e?

«Si sta diffondend­o molto rapidament­e. La vaccinazio­ne oltre a essere una straordina­ria opportunit­à è un diritto per i bambini. Mettiamo da parte la diffidenza. Le agenzie del farmaco americana ed europea hanno approvato il vaccino accertando­ne sicurezza ed efficacia».

I bambini allergici, asmatici o con celiachia possono fare la profilassi?

«Devono e possono. Verranno valutati, come tutti, dal loro pediatra di riferiment­o con la possibilit­à di ricevere la dose in centri ospedalier­i per estrema cautela».

 ?? (Epa) ?? L’iniezione Una bambina viene vaccinata a Gerusalemm­e durante la campagna di immunizzaz­ione avviata in Israele ai piccoli tra i 5 e gli 11 anni
(Epa) L’iniezione Una bambina viene vaccinata a Gerusalemm­e durante la campagna di immunizzaz­ione avviata in Israele ai piccoli tra i 5 e gli 11 anni
 ?? ?? Direttore Alberto Villani, pediatra dell’ospedale Bambino Gesù
Direttore Alberto Villani, pediatra dell’ospedale Bambino Gesù

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy