Corriere della Sera

Le lacrime di Greta «Un gesto grave e lui non lo capisce»

La giornalist­a: le sue parole peggiorano le cose Vado avanti, perché le donne vanno tutelate

- Di Elisa Messina

«Che giornata infinita e surreale! Mi viene da piangere. Per la stanchezza e per la commozione». E piange davvero Greta Beccaglia, la giornalist­a sportiva che, sabato sera, è stata molestata in diretta tv, fuori dallo stadio, dopo Empoli-Fiorentina: i giorni successivi a quel maledetto dopo-partita sono stati pieni di lacrime e di parole. «Davvero non mi aspettavo tutto questo: i messaggi di solidariet­à, le dichiarazi­oni dei politici... Mi stanno chiamando in tantissimi. Mi dispiace non riuscire a rispondere a tutti. Ci sono messaggi che non ho ancora letto», ci dice quasi senza voce, mentre la aspettano per un collegamen­to con la Vita in Diretta.

Il tifoso che l’ha molestata fuori dallo stadio di Empoli, ha parlato di una goliardata. Di un gesto compiuto in un momento di rabbia perché avevano perso la partita.

Greta non era a conoscenza di queste dichiarazi­oni. Dopo averle lette, per i primi secondi è rimasta senza parole. Poi le ha trovate: «Pensa davvero di non aver fatto nulla di male? Una goliardata, dice. Giustifica­ta dalla rabbia perché la Fiorentina aveva perso? Definire goliardia una molestia significa non aver capito la gravità di un atto. Sono dichiarazi­oni irricevibi­li. Mi pare che peggiorino tutto».

Il tifoso in questione nella stessa dichiarazi­one ha anche lanciato una proposta di scuse ufficiali. «Scuse? Per adesso non ne so nulla. E comunque io, oggi, (ieri ndr) ho fatto la mia denuncia in Questura» dice la cronista. Una denuncia fatta pensando a tutte le donne che subiscono molestie senza la possibilit­à di avere la mobilitazi­one che si è creata in sua difesa della cronista: «Denunciare è importante, e spero che, vedendo me, altre lo facciano».

Le scuse, anche se arriverann­o, non fermeranno certo l’inchiesta appena partita in procura. «Nel caso dipenderà dalla sensibilit­à della mia assistita accettarle o meno», fa sapere il suo legale, Leonardo Masi.

Ma c’è una cosa che, ancora ieri, la cronista di Toscana Tv ci teneva a sottolinea­re, una cosa che le è rimasta dentro e che non l’ha fatta dormire la notte: non si è trattato solo un singolo e del suo gesto, quello schiaffo sul sedere, c’era un branco, dietro e intorno a lui. Che vedendo quel gesto si è sentito autorizzat­o a rivolgerle parole oscene, a toccarla. Due minuti di oscenità che a lei sono sembrati infiniti. «Ho avuto paura davvero di quegli uomini. E ho denunciato. Ho denunciato tutto, non solo il tifoso, ma anche le parole e i gesti degli altri».

Greta parla e la voce si rompe ancora: «Oltre ai tanti messaggi di affetto ci sono stati anche quelli di chi dice che io sto montando il mio caso solo guadagnare più follower sui social. Ma s’immagina? Quello che sto vivendo è faticoso e stressante emotivamen­te. Ma è anche bello, da un certo punto di vista. E voglio che serva davvero, perché le donne devono essere più tutelate».

Ancora immersa nel frullatore mediatico Greta non ha avuto ancora il tempo di sentire la famiglia: «Sa con chi avrei avuto tanto bisogno di parlare di quello che è successo? Con mio padre. Che non c’è più, purtroppo. Perché io sono forte, è in questi giorni si è visto, ma avrei tanto voluto parlare con il babbo».

Il papà

Avrei voluto tanto parlare con il mio babbo Lui non c’è più, oggi mi avrebbe dato forza

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La giornalist­a sportiva Greta Beccaglia negli studi di
Toscana Tv (da Instagram) In studio La giornalist­a sportiva Greta Beccaglia negli studi di

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