Coez: «Mischio la canzone con un ritorno alle origini rap»
Coez è diviso. Una parte cantautorale con tendenza indie e una quota rap. La sua carriera è partita dal mondo hip hop, poi si è spostata verso la canzone e l’onda indie che gli ha portato la popolarità.
Con il nuovo album «Volare» (esce venerdì 3) Coez combina i due mondi: «Il disco ostra le mie due anime e va ascoltato per intero per poter cogliere tutto. C’è un ritorno alle cose che facevo agli esordi e infatti il titolo è quello dell’ultima canzone del mio ultimo disco rap. Sul versante canzone, invece, adesso che l’indie ha un nome e degli stilemi ho cercato di uscire da quella gabbia e dare una chiave futura, non solo per me».
L’amore è uno dei temi che torna nella scrittura di Coez. «Nel rap si usa molto il nemico immaginario come ispirazione e già il mio primo manager mi fece notare che io invece parlavo spesso di donne. Ero convinto di non essere io il caso strano, ma che fosse il rap ad aver sostituito la musa ispiratrice. Qui però c’è anche qualcosa di più ruvido, forse perché durante la pandemia ho conosciuto una persona e il sentimento è entrato nella vita reale». La pandemia l’ha vissuta in altalena: «Durante i primi tre mesi di lockdown, a casa solo come un cane, ho provato a scrivere ogni giorno per non andare fuori di testa ma non ho tenuto quasi nulla. “È sempre bello”, a parte qualche data estiva saltata, ha avuto la sua espressione live. È saltato invece un format che avrebbe dovuto raccontare con dirette social, dietro le quinte, una settimana di lavoro assieme ad un altro artista per far nascere un pezzo».
«Cerchi con il fumo» è una collaborazione con Neffa. Carriere simili le loro, dal rap alla canzone, in epoche diverse: «Lui nel rap aveva fatto la differenza tra giorno e notte, io quando ho cambiato strada ho pensato che non sarei mancato a nessuno». «Crack», avvolgente e fumosa, con un sax che aumenta quelle sensazioni, vede la partecipazione di Salmo e Massimo Pericolo: tre modi diversi di intendere il rap. E da qual mondo ecco anche Guè, Gemitaiz, Noyz Narcos e i Brokenspeakers. «Fra le nuvole» campiona Rino Gaetano: «“Mio fratello è figlio unico” è il primo rap italiano: drammatico ma con speranza, parla di sociale e dell’attualità dell’epoca». Il 31 gennaio parte un tour nei club: «I palazzetti mi sembrano inflazionati. Voglio tornare a un rapporto più diretto col pubblico, riparto da zero».