Corriere della Sera

Sinner fa gli straordina­ri Ma contro la Croazia il cuore azzurro non basta

Batte Cilic, ko in doppio con Fognini: Italia out ai quarti

- Di Gaia Piccardi DALLA NOSTRA INVIATA

TORINO Se le emozioni del Master, da riserva a stella del pantheon, avevano aperto una crepa nel granito delle Dolomiti, l’esperienza collettiva della Coppa Davis, benché finita ai quarti schiantand­osi contro il doppio della Croazia, restituirà alla vita civile un nuovo Jannik Sinner.

Più sorridente, empatico, disposto allo scambio con il pubblico («È un’arma, va usato») e agli abbracci di un gruppo svecchiato, saldato dalle comuni passioni di un manipolo di giovani uomini, uniti per la causa e destinati a un brillante futuro. Sarà anche una Davis stravolta dal drastico maquillage che dall’anno prossimo la porterà a inseguire i petrodolla­ri degli Emirati, insomma, però il senso di riunire sotto il bandierone cinque vite da globetrott­er per farle sentire finalmente a casa, rimane.

In semifinale a Madrid ci va la Croazia, innervata da un doppio vero (Mektic-Pavic, re di Wimbledon e oro ai Giochi di Tokyo) al contrario del nostro sperimenta­le, il rookie Sinner e il senatore Fognini, ma Jannik ci mette gambe, polmoni, testa e cuore, quello che Sonego disfa sotto il peso della pressione, arrendendo­si al n.279 del ranking arrivato a Torino dal challenger di Ortisei, il barone rosso rimette insieme con la colla di un carattere che non finiamo mai di scoprire e l’anima grande dell’uomo squadra che fino all’altro ieri nemmeno lui sapeva di avere in corpo.

Con l’Italia sotto 1-0 e le semifinali di Madrid lontanissi­me, Jannik va in campo contro un Marin Cilic, campione dell’Open Usa 2014 ed ex n.3 del mondo, tornato per l’occasione su livelli all’altezza del suo passato. Il primo set, infatti, fila via a senso unico: 6-3 Croazia, l’azzurro per niente elettrico, come se i suoi fili interiori non facessero contatto. Il break di Cilic al primo game del secondo set lascia presagire il peggio, ma il contro break al quarto game consegna al Pala Alpitour un Sinner nuovo e un match che cambia inerzia. In costante contatto visivo con la panchina, conficcato nel midollo di una squadra che non potrà più fare a meno di lui nemmeno dopo il

ritorno di Matteo Berrettini dall’infortunio, Jannik risale da 4-5 e servizio Cilic, strappando la battuta a zero al rivale ed entra nel tie break sulla rincorsa, senza lasciare scampo al croato (7-4). L’equilibrio apparente del terzo è rotto dall’azzurro con il break del 4-3, poi Jannik non si farà più riprendere. Va in archivio 3-6, 7-6, 6-3 un corpo a corpo feroce, Sinner conferma di essere il bambino d’oro che non si arrende mai, un prototipo di campione che coach Piatti ha affidato alle virtù maieutiche della variante torinese di Davis. Siccome il granito si sbriciola ma non si spezza, riecco Sinner in campo per il doppio con Fognini, l’anello debole della catena. I break dei croati sono su Fabio, l’avventura finisce in una notte di novembre ma la Davis dell’Italia è solo rimandata.

Un uomo nuovo

L’immersione nella vita di squadra restituisc­e a coach Piatti un Jannik più ricco e completo

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