L’Europa: Roma dovrà giustificare la stretta
BRUXELLES «Quando gli Stati membri introducono condizioni aggiuntive o rendono le norme più severe, come nel caso dell’Italia e forse del Portogallo», questa scelta «deve essere giustificata sulla base della situazione reale». La vicepresidente della Commissione Ue, Vera Jourova, risponde così a una domanda al termine del consiglio Affari generali sull’ipotesi di introduzione del tampone obbligatorio per chi dall’Europa si reca in Italia, anche per gli immunizzati.
«Immagino che se ne parlerà al Consiglio europeo» domani, ha aggiunto Jourova, «perché queste decisioni individuali degli Stati minano la fiducia delle persone sul fatto che le condizioni siano uguali ovunque in Ue». Domani i leader Ue discuteranno anche di Covid nel tentativo di mantenere un approccio coordinato. Tuttavia è nel potere di uno Stato membro introdurre misure aggiuntive se la situazione epidemiologica in un Paese peggiora, in base alle prove scientifiche disponibili e ai dati pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Queste misure devono essere necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica e vanno notificate agli altri Stati membri e alla Commissione al più tardi 48 ore prima.
«Quando la Commissione ha proposto il regolamento che ha consentito l’entrata in vigore del certificato, abbiamo voluto mantenere il principio che le persone saranno autorizzate a viaggiare liberamente nel caso in cui abbiano o la vaccinazione o il test negativo o il certificato di guarigione dal Covid», ha spiegato Jourova ricordando che l’introduzione di requisiti aggiuntivi è consentita, «ma spero che ciò non faccia morire il certificato».