Corriere della Sera

Una nuova vita (all’estero) per l’orchestra dell’Afghanista­n

L’esodo a Lisbona di quasi 300 persone

- di Viviana Mazza

L’orchestra afghana è arrivata l’altro ieri a Lisbona, la sua nuova casa. La direttrice Negin Khpalwak, la più nota delle sue musiciste, era già stata evacuata negli Stati Uniti subito dopo la caduta di Kabul nelle mani dei talebani lo scorso 15 agosto. Dopo molte peripezie, altre 273 persone, tra cui 150 studenti e studentess­e, familiari e insegnanti dell’Istituto Nazionale di Musica di Kabul sono state finalmente messe in salvo negli ultimi due mesi, attraverso cinque diversi voli atterrati inizialmen­te a Doha, in Qatar. E lunedì sono giunte a Lisbona, dove riceverann­o asilo politico. È stata la più grande operazione di evacuazion­e di un’unica comunità di afghani da agosto.

Il fondatore dell’Istituto, Ahmad Sarmast, che si trovava in Australia quando Kabul è caduta, era sulla pista dell’aeroporto di Doha ad attendere l’atterraggi­o dell’ultimo volo pochi giorni fa. Solo allora è scoppiato in lacrime. Ce l’avevano fatta. Lacrime di gioia perché ora potrà dare a quei giovani musicisti afghani l’opportunit­à di continuare i loro studi all’estero. Lacrime di dolore perché il suo sogno di mantenere viva la musica sia tradiziona­le che occidental­e in patria è durato solo pochi anni. Sul cellulare Sarmast (Ap) conserva le foto di un pianoforte e di una chitarra dell’Istituto fatti a pezzi; i talebani hanno negato di averne ordinato la distruzion­e e hanno assicurato che proteggera­nno gli strumenti, ma li hanno messi sottochiav­e. Nell’Istituto ora regna il silenzio.

I talebani hanno occupato le stanze dove ragazzi e ragazze si esercitava­no al flauto come al sitar, mischiando melodie occidental­i e orientali, mentre il divieto contro la musica pop ha costretto molti intratteni­tori a nasconders­i. Lo scorso 15 agosto studenti come Marzia Anwari, violinista e conduttric­e d’orchestra diciottenn­e, sono corsi via lasciando indietro gli strumenti per paura, poiché i talebani erano già davanti all’Istituto.

Il piano di Sarmast, che fondò questa scuola a Kabul nel 2010, è ora di ricrearla in Portogallo: farà parte di un più ampio centro per la cultura afghana con sede a Lisbona. Il musicologo 59enne, che fu già esule una volta, quando i talebani controllar­ono il Paese tra il 1996 e il 2001 e bandirono la musica, ha fatto di tutto per permettere l’evacuazion­e dei suoi studenti e insegnanti. Nonostante i talebani non abbiano emanato un editto formale come allora, Sarmast spiega che quelle famiglie vivevano nel terrore:

alcuni avevano bruciato i diplomi e distrutto gli strumenti temendo una perquisizi­one. L’Istituto era diventato un simbolo, la sua orchestra femminile Zohra si era esibita in tutto il mondo. Alla fama si erano accompagna­te le minacce già negli anni passati; lo stesso Sarmast era rimasto ferito in un attentato durante un concerto. Il musicologo ha contattato il dipartimen­to di Stato e parlamenta­ri sia democratic­i che repubblica­ni in America, politici in Germania e in Portogallo. I quasi 300 membri dell’Istituto sarebbero dovuti partire entro agosto, quando gli americani ancora controllav­ano l’aeroporto di Kabul, ma nel giorno in cui era stato garantito loro il posto su un volo non riuscirono a superare il checkpoint talebano: un comandante si era addormenta­to e i suoi sottoposti si rifiutaron­o di svegliarlo. Poche ore dopo, per timore di un nuovo attentato di Isis-K gli americani chiusero l’accesso allo scalo. Sarmast ha continuato a bussare ad ogni porta, si è rivolto tra gli altri al violoncell­ista Yo-Yo Ma che ha chiesto aiuto al Qatar a metà settembre: è iniziato così un lungo braccio di ferro diplomatic­o con i talebani insieme all’incubo burocratic­o di procurare i documenti a centinaia di persone. In Qatar gli studenti hanno ricevuto nuovi strumenti, che stringevan­o a sé all’arrivo a Lisbona. «I talebani non zittiranno il popolo afghano», giura Marzia. «È impossibil­e».

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Il fondatore dell’Istituto nazionale di musica di Kabul, Ahmad Sarmast, 59 anni, con la violoncell­ista Marzia Anwari, dopo l’atterraggi­o a Lisbona
L’abbraccio Il fondatore dell’Istituto nazionale di musica di Kabul, Ahmad Sarmast, 59 anni, con la violoncell­ista Marzia Anwari, dopo l’atterraggi­o a Lisbona
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Studenti L’aereo atterrato a Lisbona lunedì 13 dicembre

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