Fonti del Cairo: Zaki sarebbe in una blacklist e non potrebbe lasciare l’Egitto
«Zaki è in lista nera. Non potrà andarsene fino a dopo la fine del processo». Dal Cairo si delineano i contorni dell’ordine di scarcerazione per Patrick, uscito di prigione la settimana scorsa dopo 22 mesi di detenzione. Domenica, ospite di Fabio Fazio, lo studente dell’Università di Bologna aveva già spiegato di non essere certo di poter tornare in Italia prima della prossima udienza di inizio febbraio, ma si era anche detto «sicuro» di non essere bloccato in Egitto da un divieto di espatrio.
Ora però fonti della Giustizia egiziana consultate dall’Ansa avvertono che il nome di Patrick George Zaki sarebbe inserito in una blacklist che non gli consentirebbe di oltrepassare i controlli dell’aeroporto per lasciare il Paese. È ancora da capire se il ricercatore abbia il passaporto o meno: il documento potrebbe essergli stato restituito al momento della scarcerazione insieme agli effetti personali, dato che l’arresto nel febbraio 2020 era avvenuto in aeroporto al rientro di Patrick in Egitto per le vacanze.
Ma poco sposta: per i dissidenti rilasciati o assolti che siano è molto complicato lasciare il Paese nell’immediato. E tentare questa strada, anche in assenza di un divieto formale di espatrio, può comportare un nuovo arresto.
«Nessuna meraviglia, purtroppo», ha commentato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia. «Patrick è imputato in un processo di fronte ad un tribunale d’emergenza».
Sul capo del 30enne ricercatore e attivista, che rischia altri cinque anni di prigione, pendono ancora le accuse per «diffusione di notizie false». E se una nuova udienza è prevista per i primi di febbraio, la sua legale Hoda Nasrallah ha chiesto di acquisire alcune riprese delle telecamere di sorveglianza dell’aeroporto del Cairo, un rapporto dei servizi segreti e un verbale di polizia per dimostrare che tra il 7 e l’8 febbraio di due anni fa Patrick fu arrestato illegalmente.