Ravanusa, estratti gli ultimi due corpi «Giuseppe morto per andare dal padre»
Il 33enne sorpreso dall’esplosione in garage. Oggi sarebbe nato il bambino di Selene, vittima del crollo
RAVANUSA (AGRIGENTO) Non doveva essere lì, Giuseppe Carmina. Abitava con la moglie nel paese vicino ma sabato sera era andato da suo padre a lasciare la vecchia Tipo per prendersi la 500 L, più nuova e più bella, da usare domenica.
«Aveva chiamato mio suocero Calogero avvisandolo che sarebbe arrivato per il cambio della macchina e per portargli la spesa» racconta, affranta dal dolore, la moglie Eliana. In questi giorni lei non ha mai lasciato il luogo del disastro, assistita da due suore e da una psicologa. Fino a ieri, quando Calogero e Giuseppe Carmina, padre e figlio, 59 e 33 anni, sono stati ritrovati nel garage sotto una montagna di pietre, ferro e calcinacci. Cioè sotto la palazzina esplosa a Ravanusa, nell’Agrigentino. Il corpo senza vita di Calogero era all’interno del garage, quello di Giuseppe appena fuori. «Quando è arrivato sotto casa, Giuseppe l’avrà chiamato e suo padre sarà sceso dall’interno, come sempre». E forse quando ha acceso la luce del garage è saltato tutto per aria. L’ipotesi è questa. Ci sono voluti tre giorni di lavoro ininterrotto dei Vigili del fuoco per individuarli ed estrarli.
Due giorni fa era stato recuperato invece il corpo senza vita di Gioacchina Calogera Minacori, la moglie di Calogero. Cosicché di questa sfortunata famiglia rimane solo suor Agata, la sorella di Giuseppe, che in queste dolorosissime ore, avvolta nel suo saio bianco, ha cercato di dare conforto a Eliana, rimasta sola ad accudire due figli piccoli. Giuseppe e Calogero erano gli ultimi due dispersi della strage del gas. Bilancio finale: nove morti e due sopravvissute, le donne estratte vive dalle macerie nelle
prime ore. Un bilancio al quale si deve aggiungere anche la mesta constatazione che proprio oggi Selene Pagliarello, l’infermiera trentenne sulla quale si è eseguita l’autopsia, avrebbe partorito il primo figlio: lo avrebbe chiamato Samuele.
Il disastro ha visto quattro palazzine crollate e altre 4 sventrate dall’esplosione, in un’area di circa diecimila metri quadri. Ieri ha espresso il suo cordoglio per le vittime anche Papa Francesco. A Ravanusa è arrivato un telegramma a firma del cardinale
Pietro Parolin, nel quale il Pontefice ha espresso «sentimenti di intensa partecipazione al dolore dell’intera popolazione» e alla «sofferenza di tante persone, causata anche dagli ingenti danni che gravano su molti». Il Papa ha manifestato «la sua accorata vicinanza» e «apprezzamento per quanti si sono prodigati nelle operazioni di soccorso».
Ma in paese il dolore si mischia ancora a paura e disagi. Gli sfollati cercano di recuperare gli effetti personali dalle loro abitazioni. Una signora è riuscita a prendere le sue medicine: «La tavola era ancora apparecchiata. Stavamo cominciando a cenare quando è arrivato il boato». Ha portato con sé alcune piante e l’alberello di Natale.