Generali, il cda approva il piano Solo Caltagirone vota contro
Il piano industriale di Generali arriva al mercato con l’approvazione di tutto il consiglio — riunito ieri da mezzogiorno a dopo le 21 — tranne il voto contrario di Francesco Gaetano Caltagirone e con l’assenza di Romolo Bardin, amministratore delegato di Delfin, la holding di Leonardo Del Vecchio. Ha votato sì invece Sabina Pucci, amministratrice vicina alla Fondazione Crt. Insomma i tre soci (uniti in un patto di consultazione) hanno avuto scelte diverse sul piano industriale predisposto dal ceo Philippe Donnet, che si gioca la riconferma per un terzo mandato al vertice della compagnia triestina con l’appoggio del primo socio Mediobanca (17% di cui il 4% preso a prestit0). Ma la partita non appare finita: secondo fonti a conoscenza del dossier, i pattisti stanno elaborando un proprio piano industriale che potrebbero presentare tra gennaio e febbraio insieme con capoazienda da candidare in una lista contrapposta a quella che il board uscente sta preparando. Intanto il patto continua a crescere: Del Vecchio ieri è salito al 6,35% e insieme i tre pattisti pesano per il 15,64%. Come ha detto il presidente Gabriele Galateri, «deciderà il mercato». Circa i numeri che Donnet presenterà, Equita stima utili operativi in crescita del 2% a 6,3 miliardi, un utile netto del 4% a 3,2 miliardi (Cagr) e un dividendo cumulato 2022-2022 di 5,2 miliardi, superiore ai 4,5 miliardi del piano appena concluso.