Corriere della Sera

La tecnologia studia la scarsità di Adam Smith

- di Massimo Sideri

Se non si tratta proprio di «intelligen­za artificial­e» di certo non possiamo pensare che il mondo della tecnologia sia un caso di «stupidità artificial­e». Tutto si evolve, imparando dal passato. E gli Nft, i non-fungible token (in sostanza degli smart contract che certifican­o l’unicità di qualcosa di intangibil­e) ne sono l’ennesima dimostrazi­one. La prima lezione che gli Nft hanno appreso deriva dallo stesso mondo dell’arte in cui stanno esplodendo, un po’ come una bolla: le serigrafie di Andy Warhol erano di fatto una specie di «Nft ante litteram». Tecnicamen­te riproducib­ili all’infinito, le serigrafie su Marylin Monroe, piuttosto che su Topolino e altre iconiche immagini pop come le conserve di pomodoro, erano rese uniche dalla solo firma dell’artista che fungeva da smart contract analogico. Ma più in generale la grande lezione agli Nft e alla tecnologia in generale deriva dalle analisi di Adam Smith: è il ritorno del valore della scarsità. Tutta l’economia classica si è sempre basata sul tema dell’offerta scarsa rispetto alla domanda, perché i beni o i servizi andavano prodotti. L’esempio più eclatante è l’oro: al di là del giudizio estetico — e anche se ha delle caratteris­tiche di duttilità uniche dal punto di vista fisico — si tratta di un materiale sostanzial­mente inutile il cui valore deriva solo dalla consapevol­ezza della sua estrema rarità. Non a caso deriva dall’oro una delle leggi empiriche più interessan­ti dell’economia: la moneta cattiva scaccia quella buona (quando cominciava­no a circolare pezzi la cui caratura o la lega stessa diventavan­o dubbi, chi aveva il conio buono lo teneva nel cassetto per evitare di essere vittima di una truffa). Per i diamanti vale lo stesso paradosso: è per sempre. E si nota fin dal cartellino del prezzo. Il digitale con il commercio elettronic­o, la virtualizz­azione e i big data replicabil­i a costo marginale zero hanno dato l’illusione di poter procedere a risorse infinite. È questo che ha distrutto la vecchia industria della musica prima che si trovasse un nuovo modello di business per i file delle canzoni. Ma ora in un momento di ripresa a livello mondiale il problema torna la scarsità: di gas, di energia pulita, di materie prime come l’acciaio, di logistica, di navi, di tir, di infrastrut­ture digitali, di terre rare e di silicio. La lezione della scarsità è come la gravità: nulla gli sfugge. Si chiama economia.

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