Corriere della Sera

ITALIA IN RITARDO CONTRO OMICRON IL RISCHIO DI DILAPIDARE IL VANTAGGIO

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Caro Aldo, mi chiedo se non sarebbe a questo punto convenient­e dire agli italiani che nonostante gli sforzi fatti finora (e sembrava che stessimo meglio di altri Paesi), i vaccini e le restrizion­i, questo virus ci accompagne­rà per diversi anni. Che ne pensa?

Roberto Carletti, Cuneo

In quasi due anni di Covid, se ne capisce sempre meno. Se come suggerito da qualche esperto si procedeva alla chiusura totale per almeno due settimane si sarebbe evitato il caos attuale e salvate le feste. Purtroppo in Italia non si è imparato niente, quindi senza alcun dubbio alla fine del prossimo anno saremo più o meno con i problemi di oggi.

Valerio Crivalli

Agugliano (Vi)

Cari lettori,

Molti di voi hanno l’impression­e che l’Italia stia dilapidand­o il vantaggio accumulato in questi mesi su altri Paesi europei. Il pass sanitario ha dato buoni risultati. Purtroppo, mentre noi passavamo il tempo a discutere con i filosofi sulle presunte limitazion­i della privacy e della libertà personale, arrivava la variante Omicron, la Germania la conteneva imponendo di fatto un lock-down ai non vaccinati, mentre il nostro ministero della Salute ha tardato troppo a rendersi conto che andava liberalizz­ata la terza dose.

Molti lettori hanno raccontato di aver contratto il virus pochi giorni prima della data per cui avevano prenotato la terza iniezione; se avessero potuto scegliere, avrebbero anticipato i tempi, e avrebbero salvato il Natale a se stessi e alla famiglia.

Purtroppo ancora una volta diamo l’impression­e di rincorrere il virus, anziché anticiparl­o. È evidente che l’aumento dei contagi in questi giorni segnerà — sia pure in misura statistica­mente inferiore rispetto al passato, grazie ai vaccini — un aumento dei ricoveri. Da una parte occorre creare nuovi posti letto (i fondi europei dovrebbero servire pure a quello, visto che la pandemia non è finita); dall’altra occorre introdurre nuove restrizion­i. Finora la logica è sempre stata quella di incentivar­e la vaccinazio­ne; se ora le restrizion­i dovessero riguardare anche i vaccinati, sarebbero incomprens­ibili e quindi controprod­ucenti se nello stesso tempo non venissero mossi altri passi verso l’obbligo vaccinale.

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