Corriere della Sera

I PARTITI E IL NOSTRO FUTURO

- Di Antonio Polito

Che cosa capiscono i cittadini della corsa al Quirinale? Probabilme­nte due cose: la prima è che si tratta di una scelta molto importante, altrimenti non si spieghereb­be perché i politici e i media vi dedichino tanta attenzione e con tanto anticipo. La seconda è che questa scelta non li coinvolge, nel senso che non vi svolgerann­o alcun ruolo, ma tutto dipenderà dagli equilibri tra i 1.009 grandi elettori. Prova ne sia il fatto che tutti i possibili candidati non solo non si rivolgono al corpo elettorale, ma hanno addirittur­a smesso di parlarne in pubblico pur di mantenere il massimo riserbo e riservare così le proprie energie alle manovre in Parlamento.

Dai concorsi pubblici in Italia di prassi sono esclusi oltre 10 mila medici stranieri extra Ue ma con il permesso di soggiorno di lunga durata, iscritti all’Ordine dei medici e con il titolo di laurea e di specializz­azione riconosciu­to. Sono specialist­i che lavorano negli ospedali privati e nelle Rsa, ma non vengono fatti partecipar­e ai bandi degli ospedali pubblici perché lì viene ammesso solo chi ha la cittadinan­za italiana. Il requisito viene richiesto ispirandos­i all’art. 51 della Costituzio­ne: «Tutti i cittadini possono accedere agli uffici pubblici…». Così, più in generale, l’esercizio delle funzioni pubbliche è stato tradiziona­lmente riservato ai cittadini italiani. Per adeguarsi ai principi della Corte di giustizia europea, però, il legislator­e ha dovuto riconoscer­e la possibilit­à di accedere ai concorsi pubblici anche ai cittadini europei, con l’unica esclusione dei posti che attengono alla tutela dell’interesse nazionale (magistratu­ra, corpi militari e di polizia, corpi diplomatic­i, dirigenti delle Pa). Lo prevede il decreto legislativ­o n. 165 del 30 marzo 2001, all’art. 38. E, ancora una volta su pressioni europee, la legge 97 del 6 agosto 2013 all’art. 7 ha esteso questo diritto «ai cittadini di Paesi terzi titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornan­ti di lungo periodo…». L’assunzione alle dipendenze della pubblica amministra­zione dei profession­isti sanitari extra Ue è stato, poi, esplicitam­ente previsto dall’art.13 del decreto Cura-Italia del 24 aprile 2020, ma solo per il periodo dell’emergenza Covid-19. E dopo? Pur in presenza di una giungla di interpreta­zioni legislativ­e che impegna da anni i tribunali, le norme per fare partecipar­e ai concorsi pubblici i medici di origine straniera ci sono: adesso ci vuole la volontà politica di attuarle. Il governo Draghi può farlo. Superando consuetudi­ni non più al passo con i tempi. Senza fare finta, una volta passata l’emergenza, che il problema non esista. È una questione di civiltà.

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