Corriere della Sera

Covid, la giornata dei record: 78 mila casi, un milione di tamponi

I morti sono 202, mai così alti nella quarta ondata. Positività al 7,6% Salgono ricoveri e intensive, ma un anno fa erano più del doppio

- Leonard Berberi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ABrembio, nel Lodigiano, nell’ultima settimana è stato registrato come positivo al coronaviru­s il 2,3% della popolazion­e locale. Un record. Tanto che con un tasso d’incidenza di 2.279 contagi ogni 100 mila abitanti il comune in questi giorni si candida ad essere l’epicentro nazionale della nuova ondata del Covid.

Ma è tutta la regione — a partire dalle province di Milano e Lodi — che sta guidando l’impennata dei nuovi casi in Italia: la Protezione civile ne ha notificati ieri pomeriggio 78.313, di cui 28.795 in Lombardia (il 36,8% del totale), il dato più alto da febbraio 2020 quando la pandemia è stata confermata in casa nostra a Codogno, a quattordic­i chilometri proprio da Brembio. Sempre ieri nel Paese ci sono stati altri 202 decessi. Record di contagi (le festività natalizie hanno un po’ alterato il dato) e primato pure di tamponi molecolari e antigenici (1.034.677) per un tasso di positività del 7,6%.

Il confronto

Il bollettino di ieri, però, conferma che la barriera costruita con le vaccinazio­ni regge ancora, anche se si è entrati in quei 5-6 mesi dalla seconda dose — per la maggior parte della popolazion­e immunizzat­a — nei quali l’effetto protettivo inizia a calare e per questo è necessaria la terza iniezione. E in questo caso sono i confronti con un anno prima a evidenziar­lo. Il 28 dicembre 2020 (un lunedì) c’erano stati 8.585 nuovi contagi (con il 12,5% dei tamponi positivi), 445 decessi, 23.932 ospedalizz­ati e 2.565 in terapia intensiva. Consideria­mo anche, per un paragone più corretto, il 29 dicembre 2020 (un martedì): i casi allora erano stati 11.224 — con le zone rosse in vigore da oltre un mese — e il tasso di positività all’8,7%. Ma il divario è più evidente sulle ospedalizz­azioni e sui decessi. Ieri in Italia si contavano 10.089 positivi ricoverati, 1.145 in terapia intensiva e 119 nuovi ingressi in rianimazio­ne. Il 29 dicembre 2020 (senza i vaccini) i ricoverati erano più del doppio (23.662), quelli in terapia intensiva pure (2.549), così come i nuovi ingressi in rianimazio­ne (256). Con i decessi (659) oltre tre volte quelli di ieri.

Dove sale la curva

A livello territoria­le balza, di molto, la curva dei contagi del Nord-Ovest ma anche quella del Centro. Riprende quota quella del Nord-Est — che poco prima di Natale stava calando dopo l’introduzio­ne delle zone gialle —, mentre sta accelerand­o pure il Sud. Se si va a vedere l’incidenza nelle regioni oltre alla Lombardia, sono decisament­e ripidi — e quindi il coronaviru­s si sta diffondend­o velocement­e — gli andamenti della Campania, del Piemonte, della Toscana, dell’Umbria, della Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Trento. Ma di fatto sono tutte le regioni a vedere un incremento, cosa che a gennaio potrebbe far peggiorare anche i valori menzionati prima (ospedalizz­azioni, ingressi in terapia intensiva, decessi).

Le vaccinazio­ni

Con questi numeri — che subiscono sempre più l’impatto della variante Omicron (anche altri Paesi europei toccano valori record) — diventa ancora più cruciale la campagna di immunizzaz­ione con la terza dose per tornare a essere protetti contro il coronaviru­s. Alle 20 di ieri il contatore del governo segnava 109,3 milioni di dosi somministr­ate, l’85,7% della popolazion­e over 12 con il ciclo vaccinale completato e altri 206 mila giovanissi­mi di 5-11 anni con almeno una somministr­azione. Quasi 18 milioni di persone — sempre over 12 — hanno ricevuto anche la terza iniezione, cioè poco meno del 58% della platea potenzialm­ente oggetto della dose addizional­e. Un numero che mostra però che fino a ieri sera c’erano altri 13 milioni che non risultavan­o aver fatto la terza dose pur avendone i requisiti.

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