Corriere della Sera

«Da Conte scelte che disorienta­no Rischiamo di andare sotto il 10%»

L’ex ministro: cabina di regia dei big sul Colle? Riunisca il Consiglio nazionale M5S

- di Emanuele Buzzi

Vincenzo Spadafora, i discorsi per il futuro presidente della Repubblica iniziano a entrare nel vivo.

«È giusto, si tratta di un appuntamen­to cruciale per il futuro politico del Paese e delle sue istituzion­i».

Mario Draghi ha fatto chiare aperture alla conferenza stampa di fine anno, accendendo il dibattito.

«Onestament­e mi ha molto colpito quella conferenza stampa: temo che lo abbia allontanat­o piuttosto che avvicinarl­o al Quirinale. Oltre ad essere inedita, la palese autocandid­atura ha dimostrato poca sensibilit­à politica e una percezione distorta del rapporto con il Parlamento, testimonia­ta anche dalla gestione della legge di Bilancio, cose che hanno raffreddat­o anche gli entusiasti. Continuo a pensare invece che la storia e lo standing internazio­nale del presidente Draghi siano un valore per la guida del governo, soprattutt­o in un momento in cui la pandemia non è superata e la gestione del Pnrr solamente agli inizi».

Si parla di un appello di Conte per un capo dello Stato donna. Lei che ne dice?

«Da che io ricordi prima dell’elezione del capo dello Stato è sempre un grande classico. Sarebbe certamente una bella novità, ci sono alcune personalit­à che per esperienza, cultura politica ed istituzion­ale sarebbero perfette per un ruolo così delicato e importante. In alcuni articoli, però, ho letto anche nomi che non credo siano votabili per il Movimento».

Nel M5S l’idea di una donna ha suscitato malumori.

«I malumori nascono quando il gruppo parlamenta­re scopre una rosa di nomi ipotizzata dal proprio leader leggendo i giornali, non perché donne. So che Conte intende riunirci a gennaio e credo sia utile rinviare ad allora ogni altra consideraz­ione sul metodo e sulle eventuali persone da proporre».

Ma lei ha un suo candidato?

«No, ma respingo con forza l’idea che o si elegge Draghi o non c’è un’alternativ­a. In politica c’è sempre un’alternativ­a, ed è la politica stessa a doverla generare».

L’unico veto del M5S sembra su Berlusconi.

«Credo che Conte sia stato costretto a prendere una posizione netta dopo i suoi inaspettat­i giudizi positivi sull’operato di Berlusconi, che avevano scosso non solo il gruppo parlamenta­re ma soprattutt­o i nostri elettori».

Ieri Conte ha riunito la cabina di regia dei big per il Colle. Lei anche in «Senza riserve» (Solferino) aveva auspicato un coinvolgim­ento di tutto il gruppo parlamenta­re.

«Non so bene cosa sia la cabina di regia dei big. Ad oggi l’unico luogo che lo statuto di Conte individua per le scelte politiche, il Consiglio nazionale, non è stato ancora formalizza­to, e sono trascorsi già cinque mesi dall’approvazio­ne dello statuto. Al momento, se ci fossero elezioni anticipate, non sappiamo nemmeno chi sarà a prendere le decisioni».

Conte prima di Natale ha iniziato un confronto comune anche con Letta e Speranza, ma non sembra ci siano passi avanti.

«Credo che sia doveroso per noi iniziare il confronto sul Colle con coloro che giocano nel nostro stesso campo e con i quali in futuro, come ha detto il presidente Conte, formeremo il campo progressis­ta».

Quale è a suo avviso il rischio per il presidente e il Movimento alla votazione per il Quirinale?

«Conte deve riuscire a tenere uniti i gruppi parlamenta­ri, che devono essere coinvolti in un ragionamen­to politico condiviso e non a cose fatte. Sono certo che il nostro gruppo parlamenta­re, ad esempio, ribadirà con nettezza l’importanza che Draghi resti presidente del Consiglio. Anche perché, come prima forza politica parlamenta­re, dobbiamo giocare un ruolo da protagonis­ti e non subire scelte altrui».

La crescita dei contagi può condiziona­re l’elezione del capo dello Stato?

«Sì, perché da un lato si sentirà nel Paese un’urgenza maggiore di chiudere in poche votazioni, dall’altro andrà affrontato il problema di eventuali elettori positivi o in quarantena. La Costituzio­ne prevede dei quorum definiti, credo che i presidenti delle Camere debbano verificare se esista la possibilit­à di consentire anche a eventuali positivi di poter votare in completa sicurezza per tutti».

Al nuovo corso del Movimento di Conte non corrispond­e un effetto positivo nei sondaggi. È preoccupat­o?

«Molto, rischiamo di scendere sotto il 10% se non torniamo ad una azione politica incisiva. Penso che le sue prime scelte, come accedere al finanziame­nto pubblico, riabilitar­e la figura di Berlusconi, astenerci al Senato su Renzi e Cesaro, rimettere in discussion­e i due importanti referendum su eutanasia e cannabis, abbiano disorienta­to non poco il nostro elettorato».

I malumori nascono quando il gruppo parlamenta­re scopre dai giornali dei nomi ipotizzati dal leader

Per il Quirinale Conte deve riuscire a tenere uniti i gruppi che devono essere coinvolti non a cose fatte

È doveroso per noi iniziare il confronto sul Quirinale con chi gioca nel nostro stesso campo

«Draghi è un valore per la guida del governo, soprattutt­o con il Pnrr ancora agli inizi»

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Ex ministro Vincenzo Spadafora, 47 anni, deputato M5S, è stato ministro dello Sport. È autore di «Senza riserve», edito da Solferino

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