L’Italia che ricuce. E non insulta
” Essere comunità vuol dire anche rifiutare astio e intolleranza che creano ostilità e timore Basta ironia sui buoni sentimenti Pensare agli altri non è espressione buonista da libro Cuore
Nel messaggio del vero annus horribilis da quando è al Quirinale, il 2018, in cui i 5 Stelle hanno minacciato di metterlo in stato d’accusa per alto tradimento («impeachmentimpeachment», urlava il vicepremier e pluriministro Di Maio), Mattarella punta sui «buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società». Fa cioè perno sull’«Italia che ricuce e dà fiducia», esortandola a rompere la spirale di rancori di chi esprime solo «astio, intolleranza, insulto». Insomma, gli ultras del cattivismo hanno passato il limite della decenza, anche politica. E lui lo segnala. «Basta ironia sui buoni sentimenti. Preoccuparsi per gli altri non è un’espressione buonista da libro Cuore», sillaba davanti alle telecamere nella notte di San Silvestro. Parla senza l’asprezza dei moniti, il capo dello Stato, ma è netto quando incita tutti a cambiare registro e a darsi una tregua.
Netto, ad esempio, nell’indicare i pericoli della Rete e dei social, per la quale «molti (politici compresi, che ne sembrano ossessionati, ndr) vivono connessi comunicando di continuo» e alimentando così uno storytelling virtuale, irrobustito magari da «macchine del fango» create ad hoc, invece di esprimersi con «parole di verità» e manipolando in tal modo l’opinione pubblica. E netto è anche quando lamenta la «grande compressione del dibattito parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto» sulla legge di bilancio: uno sfregio alle Camere e un motivo per lui di profondo disagio.
Altri riferimenti critici li indirizza ai partner di governo. Come i 5 Stelle, la cui sindaca di Roma Raggi vorrebbe impiegare i soldati a riparare le buche della città, mentre la funzione delle forze armate «non può essere snaturata». O come la Lega, che con le parole d’ordine sulla sicurezza, coltiva la paura per far lievitare i consensi.