Corriere della Sera

Russia, chiuso lo storico gruppo per i diritti

Sciolta Memorial Internatio­nal, che fu presieduta da Sakharov. Riabilita le vittime delle repression­i sovietiche

- Fabrizio Dragosei

Oltre a essere una organizzaz­ione che tenta di salvaguard­are i diritti delle persone nella Russia di oggi, Memorial — la più vecchia e importante ong russa — ha un’altra caratteris­tica che la rende invisa ad alcuni settori dell’apparato statale: continua da decenni a occuparsi delle repression­i sovietiche.

Così ieri la Corte Suprema non ci ha pensato due volte a decidere che deve essere sciolta. La sentenza riguarda per ora Memorial Internatio­nal, che è solo una parte dell’organizzaz­ione il cui primo presidente fu il dissidente e Nobel per la pace Andrei Sakharov. I dirigenti hanno subito fatto sapere che presentera­nno appello e proseguira­nno nel loro lavoro. È però arduo pensare che la possano spuntare.

Tecnicamen­te la delibera della Corte è basata su inadempien­ze che hanno fatto seguito a un’altra sentenza che nel 2016 definì Memorial «agente straniero». L’organizzaz­ione avrebbe continuato a non indicare sempre questa etichetta che in Russia ha un valore particolar­mente negativo (in pratica: spia straniera). Ma è chiaro che stiamo parlando solamente di formalità. E Memorial dava fastidio da molto tempo. Suoi esponenti sono stati messi sotto accusa e arrestati, a volte con pretesti che nulla avevano a che fare con la loro reale attività, come Yurij Dmitriev, condannato a 15 anni per «pedopornog­rafia», o Oyub Titiyev processato per «possesso di droga». Altri, come Natalia Estemirova che indagava sulle torture in Cecenia, hanno perso la vita.

È però anche, se non soprattutt­o, l’attività di ricerca, di «scavo» negli archivi che non va giù a quei settori del potere di cui parlavamo prima. E la Corte Suprema, accogliend­o in pieno la richiesta della Procura generale, lo ha chiarito in maniera inequivoca­bile. «Memorial crea una falsa immagine dell’Unione Sovietica come Stato terrorista». Ora, è ovvio che se si riabilitan­o le vittime delle repression­i staliniane, implicitam­ente si sostiene che lo Stato in quell’epoca infieriva su persone innocenti. Cosa che è nota a tutti, visti gli studi e i documenti di tutti questi anni. In epoca sovietica nell’Urss milioni e milioni di persone furono imprigiona­te, deportate in quello che Solzhenigl­ia tsyn definì l’Arcipelago Gulag, trucidate. Lo denunciò per primo il successore di Stalin Krusciov e da allora non è mai stato negato.

Ma la narrazione del mondo dei servizi segreti dal quale proviene Vladimir Putin è leggerment­e diversa. Vale a dire che pone l’accento soprattutt­o sulla grande e nobile battacontr­o il nazismo. E se chi combatteva i tedeschi invasori e assassini era «buono», diventa difficile ritenerlo allo stesso tempo un repressore del proprio popolo.

Perfino Aleksandr Yakovlev che era stato il braccio destro di Gorbaciov nel periodo delle grandi trasformaz­ioni, si trovò a cozzare contro gli uomini del Kgb quando si occupò della riabilitaz­ione delle vittime delle famigerate purghe. In un’intervista negli anni Novanta, mi raccontò che quando chiedeva i fascicoli al Kgb in qualità di capo della commission­e presidenzi­ale, le carte gli venivano negate.

 ?? ?? Protesta Agenti di polizia trattengon­o un manifestan­te davanti alla Corte Suprema, a Mosca, durante le proteste per la chiusura di Memorial
Protesta Agenti di polizia trattengon­o un manifestan­te davanti alla Corte Suprema, a Mosca, durante le proteste per la chiusura di Memorial

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