«Plastica, Umbria e Sardegna in testa alla classifica del riciclo»
Quagliuolo (Corepla): raggiunto in Italia il milione e mezzo di tonnellate di raccolta
Sono Umbria e Sardegna a guidare la classifica delle Regioni che hanno raccolto più plastica in assoluto con oltre 32 chili per abitante. Come certifica Corepla, il Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica secondo cui l’Italia chiuderà l’anno con un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica raccolte dai Comuni italiani. «Quando si parla di materie plastiche si fa spesso riferimento all’inquinamento degli oceani, all’impatto negativo sulla fauna e anche ai rischi per la salute dell’uomo – spiega il presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo – ma come dico spesso, la plastica non ha le gambe. Se arriva in mare, di certo non è colpa sua».
Glorifichiamo la plastica? «No ma è importante tenere conto anche degli impareggiabili benefici che l’impiego della plastica presenta nella nostra quotidianità. Piuttosto che vietarla, bisogna educare a usarla in maniera responsabile dal punto di vista ambientale. È fondamentale poi l’aspetto della seconda vita degli imballaggi: una volta assolto il compito di conservare, trasportare, proteggere il prodotto, per mezzo della raccolta differenziata, gli imballaggi possono essere trasformati in nuovi prodotti, in nuovi imballaggi o recuperati sotto forma di energia».
Ci sono ancora molte Regioni che raccolgono poco e male?
«Nel 2021 prevediamo di chiudere l’anno intorno ai 25 chili per abitante contro il 23,7 dell’anno precedente. È un incremento buono ma è fondamentale fare la raccolta differenziata in maniera capillare, efficace, corretta. È un gioco di squadra in cui ciascuno deve fare la propria parte, dalle aziende che producono imballaggi e devono già progettarli adatti per il riciclo, ai cittadini, alle istituzioni. Le amministrazioni pubbliche giocano un ruolo fondamentale nel mettere a disposizione gli strumenti per fare la raccolta, lo evidenzia bene il problema di Roma che poi si ripercuote su tutta la Regione. La Lombardia è ancora sotto la media nazionale e deve fare qualche passo in avanti, anche la virtuosa Milano sconta il problema delle grandi città, dove raggiungere numeri elevati è complicato».
Che fine fa la plastica riciclata?
«Di quello che viene conferito a Corepla, circa il 60% va a riciclo mentre il 40% va a recupero energetico. Nel 2020 Corepla ha avviato a recupero energetico 377.807 tonnellate che sono state utilizzate per produrre energia al posto di combustibili fossili, per altro in via di esaurimento.Dal 2022 inizieremo a sperimentare anche il sistema delle aste a recupero energetico».
Piuttosto che evitare la plastica, bisogna educare a usarla in modo responsabile
Cioè?
«La quota di imballaggi in plastica non riciclabile meccanicamente e quindi valorizzabile come recupero energetico, sarà messa all’asta. Un sistema già usato per l’attribuzione delle quantità da avviare a riciclo ma che dal 2022 sperimenteremo anche per il recupero energetico.Gli imballaggi vengono avviati per il 75% a cementifici e il restante 25% a termovalorizzazione. Ma il recupero viene solo dopo il riciclo, per il quale l’Italia si conferma eccellenza in Europa, con benefici ambientali ma anche economici e sociali per l’intero Paese».