Corriere della Sera

Genagricol­a compie 170 anni E ora scommette sul vino

Una nuova strategia enologica per la holding agroalimen­tare, la più grande d’Italia Risparmi energetici con le pratiche di precisione, la sostenibil­ità dei campi rigenerati

- Di Sergio Bocconi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una bottiglia verrà consegnata nei prossimi giorni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. D’altra parte non si tratta di un vino qualsiasi: è il blend tiratura limitata prodotto in occasione del 170esimo anno di Genagricol­a, la holding agroalimen­tare di Generali, nata nel 1851 con la prima e più grande bonifica a opera di privati nella storia d’Italia, realizzata nella tenuta Ca’ Corniani vicino a Venezia. «Un periodo lungo di storia, che equivale a 680 stagioni», dice Igor Boccardo, amministra­tore delegato della società. «Perciò ne abbiamo prodotte solo 680 bottiglie con le migliori uve delle nostre aziende più blasonate. Ci piace dire: questo vino potrà invecchiar­e come noi, 170 anni…».

E come accade in genere quando si parla di aziende così longeve, la loro storia racconta un po’ quella del Paese. Tanto più se si tratta di un’azienda agricola che ha visto, con l’Italia, il passaggio dalle bonifiche alle nuove tecnologie, dall’agricoltur­a vissuta come «settore primario» a quella hi-tech, di precisione, definita 4.0, e alla sostenibil­ità. Che in Genagricol­a è stata «coltivata» fin dall’inizio anche nel suo aspetto di welfare, e che ora si declina fra l’altro nell’agricoltur­a simbiotica.

Oggi Genagricol­a è la più grande azienda agricola italiana con 15 mila ettari coltivati, 8 mila dei quali in Italia e 7 mila in Romania, in 25 aziende agricole. Il fatturato di 60 milioni, suddiviso fra Italia, Romania, Stati Uniti e Cina, è realizzato per un terzo nel settore vinicolo (oltre 4 milioni di bottiglie in 900 ettari di vigneto con diversi brand), per il 7% nelle energie rinnovabil­i con due impianti a biogas (per circa 6 mila famiglie) e per il resto nella produzione agricola.

A partire da questo mix Boccardo, alla guida di Genagricol­a da settembre 2019, desidera che l’azienda aumenti la capacità di trasformaz­ione: «Con una visione: dobbiamo passare da “agri” ad “agrifood”, salendo nella scala del valore aggiunto». Un esempio, contenuto per dimensioni ma chiaro nel significat­o: «Nel 2021 abbiamo fatto un primo test producendo con il nostro orzo la prima birra, così come con la nostra uva produciamo il vino».

Ed è proprio il vino il focus principale nel futuro dell’azienda. «Oggi siamo nella top 5 dei produttori viticoli, escluse le Coop, ma ci collochiam­o al 90esimo posto per la vendita di vino. Siamo ancora agricoltor­i tradiziona­li, che cedono a terzi parte della propria uva».

Ebbene, si cambia. E con questo obiettivo è stata creata nel 2021, con uno spin-off, Leone Alato. «Società con focus commercial­e che ha il compi

L’ad Igor Boccardo Dobbiamo passare da «agri» a «agrifood», salendo nella scala del valore aggiunto. Il suolo «sfruttato» non è più in grado di assorbire C0 , 2 così ne ricostruia­mo la flora batterica

to di trainare la nostra crescita nel vino, «contenitor­e» della nuova architettu­ra dei brand, tra cui spiccano Bricco dei Guazzi, Torre Rosazza e Costa Arènte». Dal focus su enoteche e ristorazio­ne, alla decisione di semplifica­re il portafogli­o indirizzan­do più verso il retail di fascia media marchi come Tenuta Sant’Anna.

Se la scelta produttiva si sposta dunque verso il maggior valore aggiunto, nei piani di Genagricol­a ci sono poi alcune scelte di fondo, come l’agricoltur­a di precisione e la sostenibil­ità. Per quanto riguarda la prima, Boccardo fa una sintesi: «L’agricoltur­a 4.0 è un metodo, un sistema, per dare alla terra quanto, quando e come serve». In base ai dati che corrono sulla rete fra satelliti, droni, computer e trattori, il precision farming ha consentito di ridurre del 40% il consumo d’acqua, del 9% quello di gasolio e del 20% l’utilizzo della chimica.

«E questa è sostenibil­ità», dice Boccardo, che si sofferma anche su un altro metodo, utilizzato in Genagricol­a: l’agricoltur­a simbiotica. «Il suolo “sfruttato” non è più in grado di assorbire CO2 , perciò con pratiche agricole molto semplici, quotidiane, bisogna “rigenerarl­o”, cioè ricostruir­ne la flora batterica»; il che consente di ridurre drasticame­nte (90-95%) l’utilizzo di prodotti chimici. «Anche l’orzo per la nostra birra è simbiotico». Si tratterà inoltre di appropriar­si delle tecniche del carbon farming, in modo da raggiunger­e l’obiettivo della neutralità carbonica. «Da conseguire nel minor tempo possibile», sulla base di un punto di partenza: il primo bilancio di sostenibil­ità, che verrà realizzato per questo esercizio.

 ?? ??
 ?? ?? Scenari In alto, i vigneti di Torre Rosazza, in Friuli; qui sopra, campo in rigenerazi­one
Scenari In alto, i vigneti di Torre Rosazza, in Friuli; qui sopra, campo in rigenerazi­one
 ?? ?? Alla guida Igor Boccardo (1969) è dal 2019 ad di Genagricol­a SpA
Alla guida Igor Boccardo (1969) è dal 2019 ad di Genagricol­a SpA

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy