Corriere della Sera

I ragazzi «mani di forbice», inclusione vincente

- Di Peppe Aquaro

Mani di forbice, giardinier­i dal cuore d’oro o artisti della siepe. I compliment­i si sprecano parlando dei «ragazzi» della cooperativ­a sociale Il Gabbiano-Il Pino a Fossalta di Portogruar­o, nel Veneziano. Più di un centinaio di persone assistite, da molto lontano, da Ottorino Fava: «È come se fosse qui sempre con noi, il fondatore di questo sogno, nonostante siano trascorsi 15 anni dalla sua scomparsa», ricorda Placido Gnan, presidente della onlus della quale fanno parte tre centri diurni e quattro comunità di alloggio.

L’età dei «ragazzi», un centinaio, va dai 30 ai 40 anni, ma ci sono anche una trentina di minori affidati dal Tribunale. «Persone con disabilità, le cui famiglie non sono in grado di seguirli. E noi ci siamo per questo», dice il responsabi­le della onlus. Oltre la siepe de Il Gabbiano-Il Pino, c’è tutto un mondo da scoprire, o da lavorare. Ovvero 1700 ettari di parco. Un gioiello naturale dove due storie di resilienza umana si sono incontrate a distanza di quasi due secoli.

Qui, nel territorio di Caorle, nel 1851 è nato il secondo sogno delle Assicurazi­oni Generali: trasformar­e un territorio paludoso in un’azienda produttiva. È la base di quella che diventerà Genagricol­a. La seconda storia di resilienza è del 2019, in occasione di un progetto di «apertura» e condivisio­ne del patrimonio storico di Genagricol­a: l’iniziativa ha preso il nome di «Ca’ Corniani, terra d’avanguardi­a», in continuità con la visione originaria che ha risanato un territorio, instaurato una comunità a cui l’azienda forniva lavoro e una serie di servizi all’avanguardi­a per l’epoca.

«Noi siamo a due passi da Ca’ Corniani. I nostri ragazzi, passandoci vicino, non possono fare a meno di ammirare la struttura, con la sua archeologi­a industrial­e, le ciclostazi­oni, le tre sculture monumental­i di Alberto Garutti, e l’immenso parco che le circonda: l’idea di poter dare una mano a tutto questo li ha galvanizza­ti; è nato così il progetto Il Cantiere», ricorda Gnan, sottolinea­ndo tutta la cura che ci mette ogni mattina, da tre anni a questa parte, la squadra di dieci ospiti della cooperativ­a, mentre pota gli alberi, rifinisce le siepi e pulisce i locali della struttura. «I ragazzi si sentono importanti e motivati: per loro, andare al lavoro non è uno scherzo», osserva il presidente de Il Gabbiano-il Pino.

Naturalmen­te, non mancano i momenti di svago. L’estate scorsa, per esempio, a fine giornata, si sono imbarcati tutti navigando per uno dei tre fiumi che circondano la tenuta di Ca’ Corniani, e attraverso il quale è possibile raggiunger­e il mare aperto. Dove non esistono differenze. Solo inclusione.

” Persone con disabilità, le famiglie non sono in grado di seguirle: l’idea di dare una mano per il parco di Ca’ Corniani li galvanizza

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Al lavoro Sono una decina i ragazzi che da tre anni curano il vasto territorio di Ca’ Corniani

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