Corriere della Sera

Colle, la strategia dei 5 Stelle e l’irritazion­e tra i dem: «Il metodo così non va»

Malpezzi: serve un garante di tutti, non l’espression­e di una parte

- Giuseppe Alberto Falci © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il passo in avanti di Giuseppe ROMA Conte sul Quirinale — una donna, fosse pure di centrodest­ra — fa fare due passi indietro all’alleanza gialloross­a. Diversi parlamenta­ri del Pd, in Transatlan­tico, nel giorno del voto di fiducia alla manovra di bilancio, protestano: «La corsa al Colle non è un casting». Per di più accusano il leader pentastell­ato di aver voltato le spalle a Enrico Letta e al leader di Leu, Roberto Speranza: «Ma come — lamentano — solo qualche giorno fa c’è stato un incontro per siglare un percorso condiviso sul Quirinale e lui cosa fa? Lancia una candidatur­a al femminile di centrodest­ra. Senza concordare nulla con noi… Scherziamo?».

C’è addirittur­a chi è ancora più diretto: «Sono “Casalinate”, i Cinquestel­le sono fuorigioco e Conte si serve di questa iniziativa per rimontare dal punto di vista della comunicazi­one». Insomma, la mossa non sembra essere piaciuta a una larga parte del gruppo parlamenta­re democrat. E anche se dal Nazareno si cerca di minimizzar­e perché si tratta di «posizioni tattiche che dureranno lo spazio di una giornata», nei capannelli di Montecitor­io il clima si surriscald­a. Lo dimostra, ad esempio, la risposta ai cronisti di Emanuele Fiano. «Sulle candidatur­e che avanzano i 5 Stelle, bisogna chiedere ai 5 Stelle» taglia corto. Quasi a voler prendere le distanza dall’alleato del campo largo progressis­ta caldeggiat­o dal segretario Letta.

E lo stesso sembra fare Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd, quando ai microfoni dell’Aria che Tira su La7 dichiara: «Per la presidenza della Repubblica prima di un nome serve un metodo. Mai come adesso il Paese ha bisogno di una figura condivisa che rappresent­i tutti gli italiani con un profilo autorevole, europeista, garante della Costituzio­ne. Non può essere espression­e di una parte. I partiti facciano il loro lavoro e si siedano al tavolo per individuar­e la figura migliore per garantire il Paese in questa fase difficile. Serve responsabi­lità». Sulla stessa scia la senatrice Valeria Fedeli: «La cosa fondamenta­le che rende credibile e seria l’attuale classe dirigente che compone la maggioranz­a è incontrars­i e decidere insieme con un largo sostegno, dalla prima chiama. Troviamo un nome alto e autorevole». Ancor più diretta Alessia Morani: «Mi pare che sulla presidenza delle Repubblica serva un’ampia condivisio­ne, non serva dunque fare proposte. Questi passi in avanti sono più che controprod­ucenti, sono insomma di ostacolo a chi lavora a una soluzione alta e autorevole per il Paese». Con una postilla finale in cui lancia un avvertimen­to a Conte e ai M5S: «Ci vuole maggiore prudenza nelle esternazio­ni».

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(Italy photo press) Leader Il segretario del Pd Enrico Letta, 55 anni, con il presidente del M5S Giuseppe Conte, 57

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