La spinta di Mattarella: l’Italia ce la farà
Il presidente lima il suo ultimo discorso di fine anno sotto le pressioni della politica per un bis
Che cosa dirà Sergio Mattarella agli italiani, domani sera in diretta tv, sul proprio destino al vertice delle istituzioni? Ripeterà, volgendole ovviamente al passato, le parole di dodici mesi fa, quando annunciò che «quello che inizia sarà il mio ultimo anno come presidente della Repubblica?» Sarà altrettanto netto? O darà per scontato che, dopo aver ribadito mille volte l’indisponibilità a una rielezione, non sia necessario tornarci sopra? O schiuderà un sia pur minimo spiraglio all’ipotesi di un bis?
Per quanto sia imbarazzante riproporle, dopo i suoi tanti saluti di congedo e commiato, sono queste le domande che circolano nel mondo politico, e fra la gente comune, alla vigilia del messaggio di fine anno. Domande non del tutto peregrine, comunque. Infatti, l’incalzare del virus, con pesanti e impreviste ricadute sanitarie ed economiche, materializza uno scenario diverso da quello al quale i partiti si stavano adattando. Certo, il grande gioco del Quirinale non è ancora cominciato davvero. Ma già i preliminari dimostrano che c’è molta confusione e molta insicurezza, sia sui candidati che sui numeri per intronizzarli sul Colle.
Si è cominciato a discutere di successione al dodicesimo capo dello Stato fin dal giugno del 2020, venti mesi prima che scadesse il suo mandato. Un anticipo eccessivo, che ha logorato nomi e alleanze, seminando diverse suggestioni. Come quella di «congelare» fino al 2023 il tandem che da febbraio guida la ripartenza del Paese: Draghi a Palazzo Chigi e Mattarella al Quirinale. Uno sviluppo bruciato dal «no» presidenziale, ma che potrebbe riproporsi nel caso l’emergenza politica peggiorasse. Insomma, come risponderebbe il capo dello Stato se il Parlamento si incartasse e una vastissima maggioranza gli chiedesse di ripensarci, per carità di patria? Manterrebbe la fedeltà al precetto del celebre costituzionalista Livio Paladin, secondo il quale la rielezione del capo dello Stato «non è vietata ma non è opportuna»?
Ecco la pressione sotto la quale Mattarella, un gentiluomo che tiene molto alla propria coerenza, sta limando in queste ore il discorso al Paese.
Una traccia dei temi sui quali si concentrerà l’ha offerta il suo augurio alle Alte cariche, dieci giorni fa. A parte il bilancio personale del settennato, c’è da aspettarsi un incoraggiamento condizionato. Qualcosa che dovrebbe suonare come un’incitazione: «L’Italia ce la farà». A due condizioni, però. Che i cittadini sappiano mantenere la prova di responsabilità che hanno offerto durante la pandemia. E che la politica sappia fare altrettanto, interpretando i bisogni della società e dell’economia con misure concrete e non contraddittorie.