«Felice dei miei ricordi, ma mi sento viva quando vedo i nipoti»
Piove, la Natura ringrazia, io no, amo il sole. Il pomeriggio è più lungo del solito. Penso. Nessuno più ha la voglia o il tempo di ascoltarci. Forse perché invecchiando diventiamo noiosi, lenti e prolissi. Se c’è qualcuno che ci ascolta o ci legge, ringraziamo ma tutti hanno sempre fretta e mille cose da fare. Noi no, noi vecchi abbiamo sempre meno incombenze, a volte ce le creiamo per fingere di essere occupati. La nostra giornata è scandita dalle pillole da prendere. Viviamo della vita degli altri, e beviamo ingordi i racconti e i progetti dei nostri figli e dei nostri nipoti quando hanno la bontà di farcene partecipi. È una vita fatta di attesa, della telefonata, dell’esame medico che ci deve portare una provvisoria tranquillità, del sabato pomeriggio che forse riusciamo a farci accompagnare a fare una commissione, del pranzetto familiare che riusciamo a combinare «tra due settimane?» e che è deludente rispetto all’aspettativa di uno scambio di pensieri e ricordi e si riduce al veloce ingoio del cibo preparato con tempo e fatica, con discorsi dai quali ci sentiamo tagliati fuori perché non riusciamo a seguirli coi loro termini nuovi e tecnologici e in più, perdendo una battuta per l’udito diminuito, ci vergogniamo di chiedere di ripetere e ce ne stiamo lì zitti con un sorriso ebete disegnato sul volto. In quanto ai ricordi ormai sono solo nostri, perché ci sono sempre meno persone con le quali condividerli. Più vivi e più rimani solo. Ma poi arriva la visita di un nipote che ti porta una tisana particolare. Allora pensi che, malgrado gli acciacchi, malgrado i cambiamenti in cui non ti riconosci più, malgrado le attese, malgrado i tempi vuoti, la noia, malgrado gli impedimenti dell’età, sei molto molto fortunata, si tratta solo di avere un po’ di pazienza e accettare quello che la vita ha disposto per te.