L’affare milionario delle sovvenzioni per la Sardegna
Il sistema di esclusiva cancellato l’anno scorso
ROMA Settanta milioni di euro di incentivi pubblici. Garantiti a Tirrenia, gruppo MobyCin diretta emanazione della famiglia Onorato, anno dopo anno con il meccanismo della proroga e cancellati, solo adesso, da un sistema di messa a gara delle tratte gestito da Invitalia per conto del ministero delle Infrastrutture. Percorsi sovvenzionati dallo Stato, per tutte le destinazioni da e per la Sardegna, ritenute «a fallimento di mercato». Nonostante l’accusa di «posizione dominante» a scapito dei prezzi imposti ai passeggeri registrato qualche anno fa dall’Authority dei Trasporti. Nonostante una multa di 29 milioni, poi ridotta a 1 a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato, comminata dall’Antitrust per lo stesso motivo a Tirrenia nel segmento merci. Anni in cui Tirrenia, in virtù della sua forza lavoro (6mila marittimi) e della sua attività di servizio pubblico, ha sempre avuto un trattamento esclusivo tale da suscitare le ripetute rimostranze dei suoi concorrenti.
La compagnia di navigazione finì al gruppo Moby-Cin a seguito del suo fallimento. Fu fusa per incorporazione nella società di Onorato dalla vecchia gestione commissariale ad un prezzo che, col senno di poi, fu un regalo fatto, in termini di esenzioni fiscali ritenute illegittime a chi subentrava tanto da essere riconosciuto (e sanzionato) dalla Commissione Ue.
Così lo Stato attualmente vanta un credito di 180 milioni nei confronti di Moby-Cin per questa procedura non conforme alle regole. La questione è ancora pendente tanto che la società presenterà domani in tribunale a Milano due piani di ristrutturazione del debito, uno per la capogruppo Moby, l’altro per la stessa TirreniaCin, in cui cerca un accordo con i creditori all’interno del piano concordatario a cui è stata ammessa per evitare le richieste ingiuntive. I commissari di Tirrenia, nominati dal ministero dello Sviluppo arrivarono persino a bloccare i conti della società in un paio di occasioni, l’ultima con Giancarlo Giorgetti alla guida. La volta precedente al dicastero del Mise c’era Stefano Patuanelli. Con lui ministro arrivò però anche la decisione di dissequestrare i conti convertendoli in un sequestro conservativo delle navi, una misura meno coercitiva. La mossa diede tempo a Moby di trattare. Il debito attuale è di 640 milioni, considerando i 300 milioni nei confronti degli obbligazionisti. Alcuni sono hedge-fund speculativi che hanno comprato i bond con un forte sconto sul valore nominale per l’alto rischio default. Onorato ha sempre sostenuto che dietro ci sia una regia occulta per sottrargli il controllo dell’azienda.