Corriere della Sera

Un colpo per i 5 Stelle (divisi sul Quirinale)

- Claudio Bozza

L’indagine su Beppe Grillo piomba come un macigno sui Cinque stelle, già divisi dagli scontri interni a sei giorni dal voto per il Quirinale. E anche la linea che dovrebbe portare a un accordo sul nome del candidato non sembra decifrabil­e. Durante la cabina di regia sul Colle, che si è conclusa a tarda notte, il leader Giuseppe Conte avrebbe anche tentato di far passare una linea comune: «Draghi deve rimanere a Palazzo Chigi». Ma niente unanimità. Eloquente, secondo i racconti dei partecipan­ti, il silenzio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che pure prosegue in una girandola di incontri di alto livello istituzion­ale. Alla prima votazione, secondo quanto ipotizzato, il M5S potrebbe presentars­i con un candidato di bandiera: quello della senatrice Liliana Segre è uno dei nomi avanzati. Ma, qualora Berlusconi non dovessi tirarsi indietro, è stata considerat­a con forza anche l’ipotesi dell’Aventino. Mentre nella variegata compagine pentastell­ata c’è anche chi tifa per un Mattarella bis. Nelle ultime 24 ore, come fattore primario, va registrato anche il gelo e l’imbarazzo per l’inchiesta su Grillo. Sulle chat dei parlamenta­ri, che di solito squillano senza sosta, quasi nessuno azzarda un commento. Confronti solo in privato, troppo rischioso esporsi. Lo sfogo di Bernardo Marino, componente della commission­e Trasporti, però dice tutto: «Sono interdetto e basito» per l’indagine a carico di Grillo. E aggiunge: «Sono titolare di una proposta di legge per la continuità territoria­le da e per la Sardegna, fatta apposta per evitare che Onorato avesse il monopolio. Non ho mai ricevuto pressioni: se fossero arrivate avrei lasciato il M5S». Ma c’è anche chi, come l’ex ministro alle Infrastrut­ture Danilo Toninelli, che difende Grillo: «Come fai a non avere fiducia in uno che da quando è entrato in politica ha perso soldi? Gli altri hanno usato la politica per arricchirs­i, lui no». Intanto, oggi, Conte incontrerà gli alleati Enrico Letta (Pd) e Roberto Speranza (Leu). L’obiettivo è cercare di arrivare a un nome forte e condiviso, per poi cercare un canale di dialogo anche con Matteo Salvini, con cui Conte ha riallaccia­to i rapporti. Tra i Cinque stelle va poi registrato l’ennesimo addio, da inizio legislatur­a «quota 100» è stata più che superata: Elvira Evangelist­a, senatrice, potrebbe però rimanere nel centrosini­stra, guardando al Pd. Domani, infine, è in programma un round che si annuncia infuocato: l’assemblea sul Colle dei deputati grillini.

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Leader Giuseppe Conte, 57 anni, è presidente del Movimento Cinque Stelle dall’agosto scorso

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