Un colpo per i 5 Stelle (divisi sul Quirinale)
L’indagine su Beppe Grillo piomba come un macigno sui Cinque stelle, già divisi dagli scontri interni a sei giorni dal voto per il Quirinale. E anche la linea che dovrebbe portare a un accordo sul nome del candidato non sembra decifrabile. Durante la cabina di regia sul Colle, che si è conclusa a tarda notte, il leader Giuseppe Conte avrebbe anche tentato di far passare una linea comune: «Draghi deve rimanere a Palazzo Chigi». Ma niente unanimità. Eloquente, secondo i racconti dei partecipanti, il silenzio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che pure prosegue in una girandola di incontri di alto livello istituzionale. Alla prima votazione, secondo quanto ipotizzato, il M5S potrebbe presentarsi con un candidato di bandiera: quello della senatrice Liliana Segre è uno dei nomi avanzati. Ma, qualora Berlusconi non dovessi tirarsi indietro, è stata considerata con forza anche l’ipotesi dell’Aventino. Mentre nella variegata compagine pentastellata c’è anche chi tifa per un Mattarella bis. Nelle ultime 24 ore, come fattore primario, va registrato anche il gelo e l’imbarazzo per l’inchiesta su Grillo. Sulle chat dei parlamentari, che di solito squillano senza sosta, quasi nessuno azzarda un commento. Confronti solo in privato, troppo rischioso esporsi. Lo sfogo di Bernardo Marino, componente della commissione Trasporti, però dice tutto: «Sono interdetto e basito» per l’indagine a carico di Grillo. E aggiunge: «Sono titolare di una proposta di legge per la continuità territoriale da e per la Sardegna, fatta apposta per evitare che Onorato avesse il monopolio. Non ho mai ricevuto pressioni: se fossero arrivate avrei lasciato il M5S». Ma c’è anche chi, come l’ex ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, che difende Grillo: «Come fai a non avere fiducia in uno che da quando è entrato in politica ha perso soldi? Gli altri hanno usato la politica per arricchirsi, lui no». Intanto, oggi, Conte incontrerà gli alleati Enrico Letta (Pd) e Roberto Speranza (Leu). L’obiettivo è cercare di arrivare a un nome forte e condiviso, per poi cercare un canale di dialogo anche con Matteo Salvini, con cui Conte ha riallacciato i rapporti. Tra i Cinque stelle va poi registrato l’ennesimo addio, da inizio legislatura «quota 100» è stata più che superata: Elvira Evangelista, senatrice, potrebbe però rimanere nel centrosinistra, guardando al Pd. Domani, infine, è in programma un round che si annuncia infuocato: l’assemblea sul Colle dei deputati grillini.