IL FALSO MITO DEL BLUE MONDAY GENNAIO, MESE SOTTOVALUTATO
Caro Aldo,
perché «celebrare» il Blue Monday in Italia? Cosa ci racconta? Poi, sono già molto più di 500 giorni che siamo tristi.
Simone Ghilarducci
Quando ero giovane non esisteva! Da quando è stato immaginato? Nicoletta Semeria
Hanno già trovato qualcosa da vendere per l’occasione? Come accade per la Festa della mamma, per Halloween, ecc... Siamo seri, e cerchiamo di andare oltre queste trovate pubblicitarie.
Olga Tancredi
Cari lettori,
Questa invenzione del «Blue Monday» mi pare l’ennesimo tributo che noi latini paghiamo all’egemonia anglosassone. Innanzitutto, il blu nella nostra cultura non è un colore triste, anzi. È una versione più accesa dell’azzurro, il colore dei nostri cieli e dei nostri mari, dei nostri calciatori e degli atleti delle altre squadre nazionali. Nella nostra cultura, il dolore, il lutto, la depressione, la tristezza, la mestizia sono associati semmai al viola e al nero; infatti diciamo «giornata nera», non «giornata blu». Non è vero poi che il lunedì sia così brutto; semmai lo è il pensiero del lunedì; quindi il momento peggiore della settimana è la domenica sera. Il lunedì riprendono la vita sociale, il lavoro, gli impegni, le opportunità. Soprattutto, gennaio è un mese sottovalutato, che proprio non merita di essere associato alle diete e alle disillusioni. Gennaio è il mese del miracolo delle giornate che ricominciano ad allungarsi. Giornate a volte stupende, secche, fresche, con questi cieli cobalto; al Nord le montagne innevate sullo sfondo, al Sud il vento caldo che sa già di primavera. Inoltre gennaio è tradizionalmente un mese di prezzi bassi, in cui è meno difficile prenotare un albergo o un ristorante, trovare posto in treno e in aereo, ed è meraviglioso visitare le nostre città d’arte senza le consuete orde di passanti che non meritano l’appellativo di turisti. Certo, questo gennaio è particolarmente vuoto, perché coincide con l’ennesima recrudescenza della pandemia. Non va dimenticato il carico di dolore che grava sui malati, sui parenti dei morti, e in genere su coloro che vedono seriamente danneggiate le proprie attività. Le statistiche che annunciano il boom della ricchezza spesso esentasse dei miliardari e l’ulteriore impoverimento del ceto medio richiedono interventi forti contro i paradisi fiscali, come quelli di cui hanno discusso l’altro ieri a Madrid Sánchez e Scholz, i capi dei governi spagnolo e tedesco.
In poche parole, si può vivere a gennaio e di lunedì senza essere necessariamente tristi, e anzi riscoprendosi vitali.