Corriere della Sera

Tim, la carta di Labriola: la separazion­e della rete per aumentare il valore

- Di Federico De Rosa

Tim prova a giocare d’anticipo con un piano che punta a spacchetta­re il gruppo telefonico per far emergere valore e preparare la rete per un’operazione straordina­ria. I dettagli sono ancora in via di definizion­e. Il direttore generale, Pietro Labriola, che ieri ha spiegato al consiglio di Tim l’impostazio­ne che intende seguire per il nuovo piano strategico, ha tempo fino al 2 marzo per definire tutto il percorso. Ieri c’è stato un primo scambio di vedute. E qualche discussion­e per la mancanza di documentaz­ione per preparare la riunione, che è stata distribuit­a all’inizio del consiglio: un dossier di 150 pagine con analisi e proiezioni, messo insieme da Labriola con il supporto di Mediobanca e Vitale & C.. Non è ancora un piano vero e proprio ma quello di ieri era solo un primo incontro introdutti­vo, una «induction» come l’ha definita Tim, per allineare il consiglio sul percorso che sarà seguito. Un punto più sul metodo che sul merito, anche se la discussion­e è atterrata su temi concreti.

Per Labriola il passaggio di ieri aveva una valenza doppia: il manager è in corsa per assumere la carica di amministra­tore delegato di Tim e l’incontro sul piano era considerat­o un primo banco di prova. Lo scambio di idee sarebbe avvenuto in un clima positivo. Labriola ha fatto una lunga analisi di scenario e di mercato, illustrand­o il posizionam­ento del gruppo nelle varie attività e la possibile articolazi­one che intende definire nel nuovo piano, per far emergere tutto il valore inespresso di

Tim. Si è parlato anche di scissione della rete e di come eventualme­nte rafforzare i business che resteranno una volta separata l’infrastrut­tura. Un percorso lungo, appena abbozzato, tutt’altro che semplice da costruire tenendo conto che il perimetro delle società scisse andrà definito facendo particolar­e attenzione a creare un equilibrio finanziari­o sostenibil­e per entrambe. Nella società della rete, NetCo, finirebbe oltre all’infrastrut­tura primaria e FiberCop anche Sparkle, i cavi internazio­nali. Nella cosiddetta ServiceCo potrebbero invece confluire Olivetti, Noovle e Tim Brasil, oltre alle attività commercial­i retail.

Il board si riunirà venerdì per scegliere il nuovo amministra­tore delegato. Domani il comitato nomine preparerà la riunione esaminando la rosa finale dei candidati selezionat­a da Spencer Stuart. Labriola ha molte chance: è sostenuto da Vivendi, primo socio del gruppo telefonico, ha il gradimento della Cassa depositi e prestiti e ieri anche gli altri consiglier­i hanno avuto una buona impression­e. Una scelta alternativ­a appare difficile, anche consideran­do che Tim è “virtualmen­te” sotto scalata e dunque tutto potrebbe cambiare all’improvviso, sebbene a Piazza Affari sembra perdere quota l’idea di una svolta imminente da parte di Kkr. I titoli del gruppo telefonico ieri sono scivolati ancora, chiudendo a 0,43 euro con un ribasso di oltre il 3%, lontano dagli 0,505 euro ad azione che il fondo americano ha detto di voler offrire con un’Opa sul 100% di Tim.

Il fondo Usa attende dal consiglio del gruppo telefonico il via libera per avviare la due diligence e confermare la

volontà di lanciare l’Opa. L’obiettivo principale del piano di Labriola è quello di contrastar­e un’eventuale scalata facendo emergere tutto il valore inespresso di Tim per far salire così il prezzo in Borsa. E creare al contempo le condizioni per portare la rete fuori dall’orbita del gruppo.

Nuovo amministra­tore Il board si riunirà venerdì per scegliere il nuovo Ceo, il direttore generale ha molte chance

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Pietro Labriola, direttore generale del gruppo di telecomuni­cazioni Tim da novembre 2021.

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