Microsoft compra Activision Un videogioco da 69 miliardi
La maggior acquisizione di sempre. Nadella: una nuova era del gaming
dipendenti per annunciare un colpo che fa impallidire i 26 miliardi spesi nel 2016 per il social dei professionisti LinkedIn.
Una volta conclusa la transazione, che già rimbalzava negli ambienti finanziari e che avverrà (entro l’anno fiscale 2023) tutta in contanti, Microsoft diventerà la terza forza mondiale nel campo del gaming, dopo la potenza cinese di Tencent e la Sony del marchio PlayStation. Per capirci, parliamo di un settore in crescita verticale da anni e che a fine 2021 — dopo un’ulteriore impennata legata alla pandemia — è arrivato a valere oltre 180 miliardi di dollari.
Per chi non fosse avvezzo al mondo dei videogiochi, Activision Blizzard — cui si aggiunge il marchio di giochi per mobile e Facebook, King — ha un menù di titoli che non è secondo a nessuno: Call of Duty, World of Warcraft, Diablo, Candy Crush. E la lista è ancora lunga, con una storia che nasce nel 1979 con Activision
poi fusa con Blizzard nel 2007 e che al momento attuale mette sul piatto qualcosa come 400 milioni di utenti attivi nelle sue varie intellectual properties. Tutto andrà a confluire nel già variegato mondo dei Microsoft Gaming Studios, colosso guidato da Phil Spencer a cui risponderà l’attuale ceo di Activision Bobby Kotick. Che dovrebbe rimanere in sella malgrado il caso di molestie sessuali all’interno dell’azienda sollevato nei mesi scorsi dal Wall Street Journal. Le ultime notizie erano datate solo due giorni fa, quando è emerso che 37 persone sono state licenziate e 44 sanzionate a seguito di un’indagine interna. Ma i numeri, mai confermati dal report che lo stesso Kotick avrebbe bloccato prima delle vacanze di Natale, arrivavano a parlare di oltre 700 casi di «comportamenti inappropriati».
La tempesta si è trasformata in un’opportunità già sottolineata dalla borsa, con il titolo di Activision Blizzard in crescita del 27% dopo che da luglio si era arrivati a un calo complessivo del 30%. Per Microsoft significa il colpo definitivo per entrare nei primi della classe del settore, dopo 20 anni — la prima Xbox è del 2001 — passati spesso all’ombra della grande rivale Playstation. E con potenzialità uniche legate al ruolo dominante dell’azienda nel mercato del cloud, dove è seconda solo all’irraggiungibile Amazon Web Services. Non solo dunque, come si legge nella nota dell’azienda, una «crescita nel business dei giochi attraverso mobile, pc, console». Ma appunto in quella nuvola digitale che sarà la materia su cui si costruirà il futuro metaverso. Dove tutti saremo chiamati a essere avatar in un grande videogioco mondiale.