Corriere della Sera

Cingolani: 10 miliardi per ridurre le bollette

- Di Andrea Ducci

Non andrà come previsto. Il rialzo dei prezzi dei beni energetici è destinato a proseguire dopo il primo trimestre 2022, un cambio di prospettiv­a che spinge il governo a individuar­e risposte struttural­i ai rincari delle bollette. A ribadirlo è il ministro della Transizion­e ecologica, Roberto Cingolani, in audizione congiunta alle commission­i Industria e Attività produttive. «Se a fine anno c’era l’aspettativ­a che dopo il primo trimestre del 2022 con il Nord

Stream2 avremmo assistito a una stabilizza­zione dei prezzi del gas, ora questa cosa è difficile da credere, perché sono subentrate situazioni geopolitic­he complesse». Uno scenario che induce le forze di maggioranz­a (Lega in testa) ad accelerare il varo di ulteriori misure destinate a mitigare la corsa del caro bollette, difficile però che siano pronte per domani, in occasione del consiglio dei ministro che approverà il nuovo decreto Ristori. Una parte degli interventi dovrebbero essere quelli, di natura struttural­e, indicati da Cingolani in audizione. In totale il pacchetto di misure vale tra 8 e 10 miliardi di euro e si tratta delle soluzioni già segnalate dal ministro in una lettera inviata, poco dopo Natale, al premier Draghi. Nel dettaglio ci sono 3 miliardi ottenuti dalla cartolariz­zazione degli oneri di sistema sulle bollette, 1,5 miliardi dalle aste Co2, 1,5 miliardi dalla riduzione degli incentivi sul fotovoltai­co, da 1 a 2 miliardi dal taglio agli incentivi sull’idroelettr­ico, 1,5 dalla negoziazio­ne a lungo termine delle rinnovabil­i. Tra le ipotesi pure l’aumento della produzione di gas metano in Italia. «Il Mef sta anche valutando gli interventi di sterilizza­zione degli oneri per le imprese sotto i 16.5 kW che valgono 1,2 miliardi. Comunque è tutto work in progress», spiega Cingolani.

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