Pregliasco, addio al famoso libraio antiquario
Da lui passava spesso Umberto Eco, quando andava a Torino. Ma non era certo il solo. Perché Arturo Pregliasco — scomparso ieri all’età di 90 anni — è stato uno dei protagonisti del mercato editoriale d’antiquariato del secondo Novecento italiano. Il suo negozio era frequentato da appassionati, intellettuali, bibliofili e librai di mezzo mondo. Per un periodo, dal 1970 al 1976, fu anche presidente dell’Alai (Associazione Librai Antiquari d’Italia). Figlio di Lorenzo, fondatore della Libreria Pregliasco nel 1912 (tra i suoi clienti, figuravano Benedetto Croce, Piero Gobetti e Luigi Einaudi), Arturo affiancò il padre dai primi anni Cinquanta, prima in libreria e poi in giro per il mondo alla ricerca di libri preziosi, aprendo così l’attività del padre a uno sguardo più internazionale, che fece conoscere così questo prezioso negozio ben oltre i nostri confini. La Libreria pubblica cataloghi dal giugno 1921 e tra le opere monografiche che si affiancano a decine di listini di libri vari e di grafica e autografi, vanno ricordati Dante e il suo tempo (1965), Alessandro Manzoni (1973), Gabriele D’Annunzio (1972 e 1996), Risorgimento Italiano (1978), Un secolo prima del cd-rom (1998), La Lombardia nei libri (1999-2000), L’idea del teatro (2005), Le Alpi nei secoli, uscito per le Olimpiadi invernali di Torino 2006. «Spero che una traccia di questa mia vita di libraio possa restare negli oltre duecento cataloghi compilati in oltre sessant’anni di attività, nei circa diecimila libri antichi descritti con cura, alcuni dei quali si trovano in biblioteche private e pubbliche di tutto il mondo», aveva scritto pochi anni fa Arturo Pregliasco in qualcosa di molto simile a un epitaffio. L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla moglie Marisa e dal figlio Umberto, che continua l’attività del padre. Il funerale si tiene oggi alle ore 11.30 nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo a Torino.